Per sei lunghi anni nessuno l’aveva mai cercato ne visto. Era diventato un fantasma per tutti Marcello Putzu, 57 anni, di San Gavino. Una carriera come macchinista per treni alle spalle e una vita solitaria nel passato presente. Viveva da solo al secondo piano dell’abitazione in cui è stato trovato senza vita dai Vigili del fuoco, al civico numero dieci di via Dante, del suo paese natale. Era ormai ridotto a uno scheletro. Gli uomini in divisa sono stati chiamati soltanto perché due vicini di casa novantenni, che abitano nell’appartamento di sotto, da tempo aveva segnalato al Comune una perdita d’acqua pericolosa dal soffitto.

Altrimenti chissà quando mai sarebbe stato ritrovato il corpo senza vita dell’ex ferroviere. Secondo il medico legale, intervenuto insieme ai carabinieri, l’uomo sarebbe “morto di morte naturale da almeno cinque anni”. Se non di più. E si dice anche che sedici anni fa, Marcello Putzu, avesse provocato un incidente stradale in cui la figlia più piccola rimase paralizzata. E dal quel giorno la sua vita è cambiata.

Il calendario appeso al muro era fermo al mese di novembre del 2010

Quando i Vigili del fuoco hanno bussato più volte alla porta dell’appartamento di Marcello Putzu, senza mai ricevere risposta, hanno subito pensato al peggio. Una volta entrati si sono trovati di fronte una scena terribile.

Tutto li era fermo da anni. Il calendario appeso al muro riportava la data del mese di novembre del 2010. Nel frigorifero alimenti ormai scaduti da lungo tempo. E sul tavolo della cucina una ricetta medica e alcuni scontrini della spesa che risalivano alla fine dello stesso mese di sei anni fa. Il corpo senza vita del ferroviere, ormai diventato uno scheletro, è stato trovato accasciato in un ripostiglio.

Intorno il caos più totale generato dal disagio di una vita isolata di un uomo solo. Un dramma della solitudine che, purtroppo, non sarà né l’ultimo né il primo nelle cronache italiane.

Una vita travagliata segnata da una grande tragedia

Nel 2007 Marcello Putzu aveva subito l’ennesima botta dalla vita. Il tribunale dei minori di Cagliari infatti, per gravi problemi di salute (sembrava avesse problemi psichici) gli aveva tolto i due figli che, insieme alla moglie, erano andati a vivere in una comunità protetta del nord Italia.

Da allora l’uomo si era lasciato andare. Ai tanti problemi aveva aggiunto anche quelli dell’alcolismo, una piaga sociale che colpisce in tutto il mondo. E che, in breve tempo, l’aveva devastato. A lavoro non andava meglio: da macchinista dei treni infatti era stato trasferito alla mansione di bigliettaio. Poi, dopo aver creato seri problemi, era stato licenziato. Ma la tragedia più grande, per lui, è stata quella maledetta sciagura del giugno di 16 anni fa. Allora infatti sembra avesse provocato un incidente stradale in cui la figlia più piccola, allora aveva sedici mesi oggi di anni ne ha sedici, era rimasta paralizzata a vita. Un senso di colpa inguaribile che gli aveva fatto perdere gli affetti e ora la vita.