Negli ultimi sei mesi si è registrato un incredibile aumento del 300 per cento delle ragazze africane portate in Italia e costrette a prostituirsi. Questi i numeri allarmanti rispetto a quelli degli ultimi anni, che sebbene fossero in costante salita, non avevano mai registrato dati così elevati. Dall’inizio di quest’anno ne sono arrivate oltre 2 mila. Ancora più allertanti sono i dati anagrafici. Una su cinque, infatti, sarebbe minorenne.

La tratta e i mercati del Nord

Guardando i dati e le zone di “smistamento”, sembra si stia parlando di un prodotto illegale bannato da qualche misura coercitiva.

E per quanto ne sappiamo è proprio così. Organizzazioni criminali che gestiscono la tratta di giovani ragazze nigeriane destinate al “mercato” della prostituzione e che vengono smistate in mezza Europa. L’Italia è il porto di d’accesso, da qui Austria, Francia, Gran Bretagna, Finlandia, Spagna. Le organizzazioni le destinano ai marciapiedi di mezza Europa e un buon numero sono minorenni. I dati raccolti dal governo italiano insieme ad alcune organizzazioni umanitarie come Oim e Save the Children, confermano il trend già registrato all’inizio dello scorso anno: due migliaia di donne in tre mesi.

I rapporti di “Medici Senza Frontiere”

Paola Martino è un’ostetrica imbarcata con Medici Senza Frontiere, e racconta la sua esperienza con le ragazze dei barconi, dicendo che molte di loro presentano ferite molto gravi, altre ragazze sono affette da sintomi meno gravi, o ancora c’è qualcuna che è rimasta incinta dopo abusi, costretta dalle armi.

Tante le minorenni, che ci dice l’ostetrica “le riconosci subito”, sono quelle che stanno a mucchietti, a branchi e sono tutte guardinghe. Di tanto in tanto però i medici riescono ad avvicinare qualcuna di loro che si stacca dal branco e ci scambiano qualche parola. La maggior parte di loro chiede test di gravidanza e raccontano la loro esperienza prima di imbarcarsi.

Smettono di parlare una volta arrivate a terra, la paura verso chi le aspetta le blocca.

Così vengono smistate in Italia, Lombardia, Veneto e Piemonte e all’estero. Costrette a prostituirsi per una decina di ore al giorno con prestazioni a costi bassissimi a venti euro o anche meno, soldi che serviranno a ripagare il debito contratto per arrivare in Europa.

A sorvegliarle altre donne nigeriane, divenute libere dalla prostituzione dedicandosi a fare da chioccia alle nuove arrivate.

In Italia esiste tuttavia una legge anti tratta che permette l’accoglienza in apposite strutture di quelle ragazze che decidono di sfuggire alla morsa cui sono destinate e indicate i nomi dei “maman” (i papponi di turno) e di denunciarli alla polizia. Secondo questo programma le ragazze vengono inserite in un percorso per l’avviamenti professionale legale e il conferimento di un particolare permesso di soggiorno.