Ci sono territori, in Campania, dove l’infanzia finisce presto e lascia posto a una quotidianità fatta di maltrattamenti, abusi, violenze fisiche e psicologiche, che implodono in grida silenziose e muoiono nell’anima dei bambinisegnati nel profondo da ferite che mai potranno rimarginarsi, e che li costringono a crescere prematuramente e nel modo peggiore. Ci sono interi quartieri dove i più piccoli sono abbandonati a sé stessi e considerati dei semplici oggetti, dove la parola incesto non provoca aberrazione, raccapriccio e nausea, ma è parte integrante di quelle realtà.
È l’atroce ed allarmante quadro emerso nel corso della presentazione, tenutasi a Napoli, di una ricerca spiegata nel dettaglio da Cesare Romano, Garante dell’Infanzia e Adolescenza della Regione Campania.
L’incesto, in alcune aree della Campania, è normalità
Secondo la ricerca l’incesto e l’abuso sessuale, in determinate zone della Campania, sono elevati a normalità e i bambini vengono considerati alla stregua di oggetti, abbandonati a sé stessi e vittime di violenza “sommersa” e maltrattamenti che si verificano tra le mura di casa. Addirittura vi sarebbero oltre duecento casi simili in aree a rischio quali: Caivano, i quartieri Madonnelle ad Acerra e Salicelle ad Afragola, alcune zone di Napoli.
La ricerca si è basata su diverse testimonianze, sia indirette che dirette, raccolte in queste zone. Il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza ha spiegato lo scopo di questo studio, nato con l’obiettivo di inquadrare un fenomeno che ha definito: “consistente, trasversale e sommerso”, per cercare di prevenirlo e contrastarlo.
A Caivano il calvario e la morte della piccola Fortuna
Tra le zone in cui si consumano incesti ed abusi sui minorispicca anche Caivano, teatro del calvario patito dalla piccola Fortuna Loffredo, abusata per settimane e poi gettata dall’ottavo piano del palazzo all’interno del Parco Verde, dove viveva con la sua famiglia, perché aveva provato a reagire e ad opporsi all’ennesima violenza da parte del vicino di casaRaimondo Caputo.