“Distruggeremo le piramidi in Egitto nella grande piana di Giza”. L’avvertimento è chiaro e a farlo sono stati i miliziani fedeli al Califfo del sedicente Stato islamico che, questa volta, in un video pubblicato nell’immensa rete, puntano il dito anche contro un altro grande obbiettivo: “Burj Khalifa”, il grattacielo di Dubai che vanta il primato di essere il più alto palazzo al mondo. Il filmato, in cui viene anche mostrata l’assurda demolizione con l’esplosivo del tempio babilonese di Nabu, in Iraq (risalente a più di 2500 anni fa), è stato diffuso per la prima volta nel sito di monitoraggio Vocativ.

Nelle immagini si vedono presunti terroristi, esplosioni e nel finale appare la foto della grande piramide di Giza e si sente la voce di un jihadista che – come riporta l’agenzia Ansa, urla: “Verranno fatti saltare in aria gli antichi siti costruiti dagli infedeli”.

Video autentico

Il filmato apparso su internet è stato analizzato nel minimo dettaglio dagli esperti dell’antiterrorismo che hanno confermato la sua autenticità. “Anche se – assicurano i tecnici – si tratta sicuramente di una messa in scena. Insomma è poco credibile”. Gli antichissimi monumenti egiziani infatti sono considerati dagli jihadisti come “simboli del paganesimo e dell’idolatria”. Vengono addirittura definiti come “Siti costruiti dagli infedeli”.

“Ma – sempre secondo gli esperti – questa volta non ci sarebbe nessun pericolo. Il filmato - spiegano - sembra infatti soltanto una provocazione fatta molto probabilmente da un gruppo ben poco organizzato e pericoloso”.

La storia ridotta in macerie

L’Isis purtroppo in questi anni ha compiuto brutali attacchi agli storici monumenti presenti in tutti i territori che tiene sotto controllo, sia in Iraq che in Siria.

Ultima in ordine di tempo la distruzione del tempio di Nabu, confermata da Sidu Husein al Tatani, responsabile del comitato delle attività archeologiche a Ninive. L’esperto – come riporta l’Ansa – ha infatti parlato di “un ulteriore passo in avanti nel’opera di distruzione dei siti archeologici di Ninive”.