La richiesta dell'accusa è stata accolta, alla figlia delle due vittime colpevole di omicidiosono stati inflitti 18 anni di reclusione, L'ex fidanzato Antonio Tagliata, complice della ragazza, sarà sottoposto a perizia psichiatrica perché ritenuto mentalmente instabile. Lui rischia l'accusa di concorso in duplice omicidio. La ragazza che ha compiuto questo delitto efferato, solo perchè la famiglia si opponeva alla relazione con Tagliata, è stata giudicata con il rito abbreviato.

A sparare è stato il fidanzato

Secondo quanto riportato dagli esperti che hanno ricostruito la vicenda attraverso le testimonianze, i due ragazzi si sono recati a casa delle vittime insieme.

La ragazza sapeva che il fidanzato aveva con sé una pistola vera, e lo ha istigato con veemenza a estrarla e a sparare contro i suoi genitori. Ad avvalorare la tesi è la stessa confessione del ragazzo, che nonostante punti il dito sull'ex fidanzata dicendo che lo ha istigato a compiere il delitto, ha ammesso di essere l'esecutore materiale. Lei adesso si trova nel carcere minorile di Nisida in provincia di Napoli.

I fatti di quel giorno di follia

I genitori e i due ragazzi avevano cominciato una discussione, sempre inerente alla volontà della famiglia di lei di porre fine a quella che era una storia d'amore indesiderata. La discussione cominciò a essere sempre più accesa, Fabio Giacconi (padre della ragazza) cominciò a urlare e a dirigersi verso Tagliata dicendo che era il momento di farla finita.

Lei allora cominciò a gridare al fidanzato di sparare, lo ripeteva più volte e con forza, lui non capì più niente e fece fuoco, senza neanche rendersi conto dove stava sparando.

Lacrime dell'assassina di un delitto premeditato

Dopo che la sentenza è stata letta, lei non ha retto l'emozione ed è scoppiata a piangere. Nonostante i due ragazzi abbiano cercato di spiegare il delitto come un gesto folle del momento, dettato cioè dall'improvvisa perdita di controllo, per chi ha seguito la vicenda non è così.

Ritengono invece che si sia trattato di un'esecuzione premeditata. Motivo per cui questa tesi sembra essere probabile è che in una situazione normale in cui si parla civilmente per cercare una soluzione al problema non ci si presenta con una pistola. Questo rende verosimile l'ipotesi che fosse stato tutto deciso a "tavolino".