Mohamed lavora da un po' di tempo in un ristorante di Imperia. È onesto, gran lavoratore e rispettoso. Qualcuno, però, ce l'ha con lui per via del colore della sua pelle. Mentre tornava a casa, dopo una giornata di lavoro, il senegalese è stato aggredito da un gruppo di ragazzi.

Salvato da un automobilista

L'immigrato tornava a casa in bicicletta, come sempre, la notte tra l'11 e 12 luglio 2016, quando, improvvisamente, alcune persone hanno arrestato la sua corsa e lo hanno iniziato ad insultare. Il povero Mohamed ha dovuto ascoltare frasi indubbiamente razziste come "Tornatene a casa tua" e "Sei uno sporco negro".

Non solo, il branco è passato dalle parole ai fatti ed ha iniziato a sferrare calci e pugni al senegalese. Questo è finito per terra e, probabilmente, i bruti avrebbero continuato a picchiarlo se non si fosse fermato un automobilista per soccorrerlo. Non appena l'uomo si è fermato, i membri della combriccola xenofoba si sono dati alla fuga. Mohamed è una persona riservata, taciturna e non vuole dare fastidio a nessuno. Per questo ha rifiutato di essere trasportato in ospedale. Quando è arrivato a casa, dopo quella brutta avventura, Mohamed si è limitato a mandare un messaggio tramite WhatsApp a Claudia Regina, membro della cooperativa sociale Jobel.

Mohamed ha denunciato gli aggressori

Dopo aver appreso la nauseante notizia, Claudia Regina e il presidente della Jobel, Alessandro Giulla, si sono recati assieme a Mohamed al Pronto soccorso.

I medici hanno riscontrato numerose ferite ed ecchimosi sul corpo del senegalese, giudicate guaribili in una decina di giorni. Regina e Giulla hanno poi accompagnato l'immigrato a sporgere denuncia presso la locale caserma dei carabinieri.

Non sarà facile rintracciare i soggetti che hanno compiuto il vile raid razzista, visto che la zona dove il senegalese è stato aggredito è priva di telecamere di videosorveglianza.

Quelle persone avevano probabilmente pianificato il raid razzista. Mohamed ha raccontato ai militari di essere stato colpito da vari sassi, mentre era in bici, scagliati dalla combriccola; poi le offese e le botte. Momenti da incubo.