Il Congresso statunitense punta l'indice contro il Pakistan, accusandolo di offrire rifugio ai terroristi.Lo fa attraverso la Commissione degli Affari Esteri, che ieri ha riferito al parlamento la sua visione circa il coinvolgimento del secondo paese musulmano più popoloso al mondo con l'ambiente delle attività terroristiche, come riporta il quotidiano The Nation.

Nella discussione sono stati proposti non solo il taglio degli aiuti finanziari che gli Stati Uniti assicurano al Pakistan, ma anche pesanti sanzioni economiche.

Da quanto è emerso dalle parole dei referenti, sembra che sia giunta l'ora di inserire la Repubblica islamica nella lista dei paesi sponsor del terrorismo.

Si tratta di affermazioni e accuse tutt'altro che trascurabili, che arrivano in un momento in cui il Medio Oriente e l'Asia Meridionale sono scosse dal terremoto della guerra civile siriana e dal jihadismo dell'ISIS.

"Il Pakistan pensa che siamo dei fessi"

"La pazienza nei confronti del Pakistan è ai minimi termini, credono che siamo dei fessi" - ha detto il membro del Congresso Matt Salmon. Secondo il parlamentare che ha preso parte alla Commissione, tagliare i fondi al paese musulmano non sarà abbastanza, aggiungendo che si dovrà avere invece il coraggio di prendere misure addizionali.

Zalmay Khalilzad, ex ambasciatore durante la presidenza di George Bush, è rimasto su questa linea dura: "Il Pakistan è stato molto abile nel manipolarci, devo ammetterlo.

Se posso usare un termine poco diplomatico, siamo stati dei tonti". Poi, ricordando le sue esperienze diplomatiche, ha assicurato che "le autorità di quel paese ti daranno qualcosa soltanto quando sanno che ne ricaveranno qualcosa in cambio".

Il parlamentare Dana Rohrabacher è stato ancora più aspro, affermando che il Pakistan è "il vero creatore", insieme all'Arabia Saudita, della rete dei talebani.

Anche lui ha qualificato come "ridicolo" il sostegno economico che gli USA gatantiscono al governo di Nawaz Sharif, visto che si tratta di "un regime corrotto che uccide e imbroglia i suoi stessi cittadini".

Il Pakistan, un alleato complicato

L'alleanza tra Stati Uniti e Pakistan risale a tempi lontani. Storicamente i rapporti tra i due paesi sono stati difficili ed intervallati da periodi di freddezza diplomatica a riavvicinamenti fondamentali per la sicurezza USA.

Dal 1954 al 2001, anno del famoso attacco terroristico alle Twin Towers, il momento più importante di questo sodalizio è stato proprio quello che ha seguito gli eventi dell'11 settembre: da allora il Pakistan è diventato infatti un membro della coalizione guidata dagli USA nella guerra al terrorismo internazionale.

Pervez Musharraf, al tempo presidente del Pakistan, decise di schierarsi con gli statunitensi per ottenere importanti vantaggi, come la sospensione delle sanzioni economiche che già gravavano sul paese, essendo stato ripetute volte accusato di aver sostenuto i talebani ed altri gruppi del terrore.

Tuttavia, il Pakistan non ha per questo ottenuto la stabilità interna che stava cercando.

Anzi, di fronte ad una popolazione interna sempre più frammentata, piccole frange che facevano riferimento ad Al Qaeda hanno iniziato a far sprofondare il paese nel terrore con i loro attentati tra i civili.

Meno di due mesi fa Dunya Tv riportò l'uccisione di quattordici terroristi affiliati ad Al Qaeda nel Pakistan nord-occidentale. Dei gruppi terroristici operano sul territorio pakistano. Il problema è: esiste qualche collusione con il governo? Secondo la Commissione per gli Affari Esteri USA, sì.