Il Ministro degli Affari Esteri austriaco, Sebastian Kurz, ha reso noto al pubblico l'atteggiamento che ha intenzione di adottare alla prossima riunione del Consiglio degli Affari Esteri dell'Unione Europea, che si raccoglierà nei prossimi giorni per discutere sul potenziale ruolo della Turchia in Europa.

Recentemente i paesi europei sono stati costretti a rivalutare la posizione ed i rapporti con Ankara, principalmente a causa della crisi dei migranti acutizzata dalla devastante guerra civile siriana iniziata ormai cinque anni fa. La Turchia è da allora diventata un punto di partenza per molte persone in cerca di asilo in Europa, che hanno attraversato il Mar Egeo in direzione della Grecia o si sono spinte verso i confini di Bulgaria e Macedonia.

Per far fronte a questa situazione, lo scorso 18 marzo Bruxelles e Ankara hanno raggiunto un accordo piuttosto importante, che ha previsto opzioni decisamente apprezzate dalla Turchia, tra le quali la futura liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi verso tutti gli stati membri dell'UE, aiuti economici pari a 6 miliardi di euro e, soprattutto, l'accelerazione delle trattative per l'ingresso nell'Unione. Tutto questo per assicurarsi l'impegno turco a prevenire la creazione di nuove rotte illegali per l'immigrazione e bloccare l'afflusso clandestino verso il Vecchio Continente.

Il Consiglio degli Affari Esteri, che si riunisce una volta al mese ed è composto dai Ministri degli Esteri dei paesi membri, ha in programma le discussioni circa l'ingresso della Turchia nell'Unione Europea, ma l'Austria sembra intenzionata a bloccare il proseguimento di quest'ultime, con Olanda e Bulgaria che sembrano favorevoli alla presa di posizione austriaca.

Kurz: "Dobbiamo congelare ogni discussione"

In un'intervista a Spiegel Online, Kurz ha detto: "Il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione coraggiosa e corretta che richiede il congelamento dei negoziati sull'adesione della Turchia, ma ci dev'essere una reazione ai recenti sviluppi nel paese. Dobbiamo anche proporre il congelamento di ogni discussione".

Il 24 novembre scorso il Parlamento dell'Unione ha approvato una risoluzione non vincolante per bloccare il processo di adesione di Ankara, facendo riferimento al giro di vite attuato da Erdogan in seguito al fallito colpo di stato del luglio scorso. Il futuro europeo della Turchia sarà quindi deciso alla prossima riunione del Consiglio Europeo, prevista per il 15 dicembre, ma Kurz ha ribadito che l'Austria porrà il suo veto durante questo meeting.

In particolare, il Ministro austriaco ha ricordato la grave "intimidazione" delle opposizioni da parte del governo turco, gli imprigionamenti di massa dei dissidenti politici e la possibilità che Erdogan reintroduca la pena di morte nel paese: "Ho sempre messo in guarda dal pericolo di renderci dipendenti dalla Turchia. Dobbiamo proteggere i nostri confini ed essere nella condizione di decidere chi può venire in Europa e chi no".

A luglio Erdogan dovette far fronte alla rivolta di una parte dell'esercito, che tentò di impossessarsi del potere ma senza riuscirsi. Secondo alcuni osservatori, quel fallito golpe fu in realtà una messa in scena preparata a tavolino dallo stesso presidente turco, in modo da poter avere mano libera contro qualsiasi oppositore al suo potere.

I giorni successivi al colpo di stato sono stati caratterizzati da epurazioni ed arresti di massa, che sono proseguiti nei mesi seguenti fino a quando, all'inizio di novembre, vari deputati del Partito democratico dei Popoli sono stati arrestati con l'accusa di collaborare con il Partito dei Lavoratori del Kurdistan.