La febbre da Pokémon Go ha infettato ormai tutto il mondo e sul web leggiamo quotidianamente aneddoti e curiosità legati a questo gioco per iOS e Android. Anche Hollywood ha deciso di investirci, pensando a un film avente come protagonista Pikachu Detective. Tuttavia, quello che in pochi sanno, è che Pokémon Go comporta, inevitabilmente, l'esposizione dei nostri dati sensibili sulla rete. Sul portale frequentato principalmente da under 18 e giovani, Skuola.net, si affronta dettagliatamente l'argomento, citando varie fonti. In particolare si parla di come l'azienda responsabile del gioco, laNiantic, e perfino la CIA, riescano a reperire i nostri dati sulla privacy.

Cerchiamo di capirne di più.

Il gioco strumento nella battaglia di Google contro Facebook

Pokémon Go sarebbe utilizzato da Google nella sua lotta contro Facebook. In che modo? Semplice. Per il fatto che il gioco non consente l'ingresso tramite il social network. Un fatto più unico che raro. Non a caso, la stessa Niantic è stata inizialmente fondata da Google, per poi distaccarsene lo scorso anno con la nascita di Alphabet, sebbene vi resti come investitore. La possibilità di tagliare fuori Facebook era troppo ghiotta per Big G. così, per loggarsi a Pokémon Go serve un account Google o la registrazione diretta. E sappiamo bene come Google registri tutti i nostri movimenti, figuriamoci video e foto tramite il gioco.

Pokémon Go, strumento della CIA per possedere la nostra privacy

Secondo Infowar, invece, Pokémon Go sarebbe utilizzato dalla CIA per registrare i movimenti di milioni di persone. Si pensi a case, strade, aule scolastiche. Una mole di informazioni sulla privacy che i satelliti dell'agenzia segreta americana o la stessa Google non sarebbero certo in grado di registrare.

Visti gli scandali degli anni recenti, venuti fuori grazie al coraggio di Snowden o Assange, questa notizia è più che credibile.

Non si potrà fare causa a Pokémon Go per violazione privacy

Può, l'ignaro giocatore, difendersi da tutto ciò? Secondo L'Espresso no. Perché, una volta che abbiamo effettuato la registrazione alla app, abbiamo dato anche il consenso al trattamento dei nostri dati sulla privacy.

Quindi, dichiarando con una spunta che abbiamo dato il nostro consenso a ciò, automaticamente rinunciamo anche ad un'eventuale causa. I rischi ci sono e lo dimostra il fatto che Pokémon Go sia stato utilizzato come strumento per truffe e rapine.