Una bambina di soli diciotto mesi è in cella insieme alla sua madre detenuta, e il prossimo mese riceverà il battesimo all'interno dell'istituto penitenziario di Sollicciano. Per la prima volta nel carcerefiorentino verrà celebrato un rito del genere dal cappellano don Vincenzo Russo.
Una triste storia
Mentre la mamma, di etnia rom, sta scontando la pena per aver commesso un furto, la piccola è stata portata in carcere. Qui si trova ancora in attesa che la donna esca, tra circa un anno. Entrambi i genitori sono di origine balcaniche, e desiderano che la loro figlioletta riceva il sacramento del battesimo.
Alla piccola è consentito uscire dalla cella con gli operatori sociali, e ha a disposizione bambole e giochi adatti alla sua età. Andare a vivere con il padre non è possibile, visto che anche lui ha problemi con la legge (si trova infatti agli arresti domiciliaria Piagge). Non è certo facile, per una bimba di diciotto mesi, trascorrere le giornate in un istituto penitenziario. Qualche tempo fa si è ferita chiudendosi le dita dietro le sbarre, e hanno dovuto ingessarle una mano.
Le dichiarazioni del cappellano
Don Vincenzo Russo, cappellano del carcere di Sollicciano, ha esposto le sue preoccupazioni circa il futuro della piccola. "Far vivere una bimba così piccola in carcere è come un sequestro di persona", ha dichiarato.
In effetti la cosa migliore sarebbe quella di trasferire la mamma con la bimba in una struttura specifica per detenute madri. L'istituto avrebbe dovuto aprire i battenti a Rifredi già nel 2013, ma ad oggi l'edificio è in uno stato di degrado. Pare che vadano reperite le risorse per completare i lavori già cominciati.
L'intervento del Garante
Sulla ristrutturazione della palazzina di Rifredi è intervenuto Franco Corleone, Garante regionale dei detenuti, che propone di utilizzare la struttura per i condannati in semilibertà. Intanto per la madre e la piccola rinchiuse a Sollicciano deve essere trovata al più presto una soluzione che rispetti la dignità della persona.