Ancora una volta ieri l'Italia si è posta al fianco della coalizione e, con un comunicato ufficiale, capolavoro di ambiguità diplomatica, ha approvato l'intervento aereo degli Stati Uniti in Libia, legittimato ufficialmente dalla richiesta d'aiuto di Fayez al Serraj, premier libico sostenuto dall'Onu. Si è trattato di un raid aereo di "precisione", autorizzato da Barak Obama e mirato a colpire anche carri armati e altri mezzi delle milizie jihadiste (resta poi da vedere chi fornisca armi così sofisticate e potenti al sedicente Califfato).
Oggetto della contesa: Sirte, attualmente roccaforte dell'Isis e un tempo di Gheddafi.
Una città strategicamente importante e che produce un'altissima quantità di petrolio, ambita dalle multinazionali. Oggi, nuovo fronte della guerra all'Is, un fronte apertosi col bombardamento di ieri, straordinaria performance di buonismo e di solidarietà internazionale. Che questa sia una guerra, ma non è di religione, è ormai manifesto a tutti, ma la cosa preoccupante é la strategia subdola di terrore attuata dal Daesh.
Non possiamo infatti dimenticare la delirante esortazione dell'Isis a rompere la croce di domenica scorsa che, all'indomani del comunicato ufficiale della Farnesina, ancora di più mette in uno stato di allarme l'opinione pubblica.
Prossimo l'intervento militare dell'Italia?
Che sia imminente l'intervento militare dell'Italia è deducibile dalla tempestiva presa di posizione del nostro governo, allineato, sul fronte dei 'sottili e oscuri giochi della politica', al fianco della coalizione nel sostegno del fragile governo libico.
Governo che non è riconosciuto da quello di Tobruk, sostenuto invece dalla Francia. E così ieri si è svolta una vera operazione di 'teatro', ovviamente conclusasi con successo. Ma il popolo italiano si interroga sulle molteplici verità sottese al comunicato della Farnesina, verità celate a una prima lettura, ma deducibili dall'aperta legittimazione del raid aereo statunitense.
Per il momento, almeno nel raid di ieri, nessun coinvolgimento militare della nostra nazione, ma non si fa alcun riferimento alla posizione dell'Italia nelle prossime settimane, né si esclude un intervento militare futuro. Nella strategia delle 'verità nascoste' della politica resta solo da vedere quando.