Ettore Bernabei non era un giornalista, lui era il giornalismo. Un icona e un grande esempio per tutti, un grande maestro che lascia davvero un vuoto, colui che è stato precursore della Rai al servizio di tutti. Sempre a cercare di arrivare con il piccolo schermo anche da coloro che non erano al passo con tutti gli altri. Amava molto il suo lavoro e la famiglia, tanto che ne ha formata una davvero numerosa composta da ben otto figli, che amava sempre riunire in varie occasioni come le vacanze, infatti è morto all'Argentario, all'età di 95 anni, mentre era in vacanza assieme alla famiglia.

Un altro grande personaggio della tv che ci lascia dopo Anna Marchesini.

Il figlio Luca e gli ultimi momenti di Ettore Bernabei

"Papà si è spento serenamente, in un luogo che amava tanto, dove gli piaceva riunire la famiglia, forte del senso di accudimento per i suoi che ha sempre avuto. Era a tavola e fino ad oggi pomeriggio ha parlato di politica, di economia. Se n'è andato tranquillo, pronto a questo momento". Insomma, anche nel lasciare tutti lo ha fatto come avrebbe sempre desiderato, parlando di ciò che amava con le persone che più amava al mondo. Un uomo d'altri tempi che sapeva però vedere molto lontano nel tempo, un uomo che oggi saprebbe cosa dire e cosa fare a proposito del servizio pubblico.

Un'altra scomparsa nel mondo del giornalismo dopo quella di Anna Maria Jacobini, morta a Cracovia durante le riprese Rai della Giornata Mondiale della Gioventù.

Una carriera straordinaria

Ettore Bernabei ricopre la carica di direttore del 'Giornale del Mattino' dal 1951 al 1956, quotidiano di matrice cristiana. Nel 1956 lo vogliono alla guida del Popolo, organo della Democrazia Cristiana.

Nel 1961 a 40 anni inizia la carriera nel mondo Rai e ne diventa direttore generale. Imprimerà all'azienda un volto completamente nuovo, realizzando davvero un servizio pubblico come la Rai sarebbe dovuta essere. In quegli anni si adopera per proporre la realizzazione di serie come gli 'Atti degli Apostoli' di Roberto Rossellini, il Mosè, e il Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli.

Inoltre in una Italia che contava una percentuale di analfabetismo del 35%, lancia Alberto Manzi in TV che insegnerà a leggere e scrivere alla nazione, in una trasmissione di grande successo andata in onda dal 1960 al 1968: 'Non è mai troppo tardi'. In una nazione con grandi disuguaglianze e difficolta, mancherà un uomo come Ettore Bernabei. Un doverso saluto con un minuto di raccoglimento per un 'mostro sacro' del giornalismo italiano.