La settimana scorsa è stata accusata di aver colpito con un coltello il suo ex compagno, Giovanni Pulino, e per questo motivo era stata arrestata con l’accusa di tentato omicidio aggravato. L’altro giorno invece, Michela Gioia, 50 anni, residente a Sorso, ha cercato di farla finita ingerendo 50 pastiglie di un medicinale molto potente che, se preso in dosi massicce, sarebbe risultato molto pericoloso per la sua vita.

La donna, costretta agli arresti domiciliari, è stata salvata grazie al pronto intervento dell’ex marito, dei Carabinieri di Sorso e dalle sapienti mani dei medici del 118, giunti in maniera rapidissima nella sua abitazione.

Michela Gioia ora si trova ancora ricoverata nel reparto di “Medicina d’Urgenza” dell’ospedale Santissima Annunziata di Sassari, dove è tenuta costantemente sotto controllo. “La donna – spiegano i medici – non sarebbe comunque in pericolo di vita”.

Una discussione sfociata in tentato omicidio

Per capire cosa sia accaduto bisogna tornare indietro a venerdì 24 settembre quando, a Sorso, da poco si era fatta sera. Secondo la ricostruzione effettuata dai Carabinieri, quel maledetto giorno infatti in via Umberto, pieno centro di Sorso, da una banale discussione tra due ex (forse) fidanzati era nata una sorta di discussione molto animata che poi era sfociata nell’accoltellamento dell’uomo da parte della compagna cinquantenne.

Giovanni Pulino, che di anni ne ha 39, dopo essere stato colpito al petto era riuscito a trascinarsi fino alla caserma dei Carabinieri dove era stato prontamente soccorso. E proprio da qui erano partite le indagini che poi avevano portato all’arresto della compagna che era stata trovata ancora con il coltello insanguinato.

La donna, quando i militari l’hanno fermata, aveva ammesso di averlo pugnalato ma, solo ed esclusivamente, perché lui aveva tirato fuori una grossa catena e aveva, almeno secondo lei, l’intenzione di colpirla.

Per questo la donna aveva reagito e aveva colpito l’ex compagno prima al petto e poi, durante la fuga, anche alla schiena, sempre secondo la ricostruzione effettuata dagli inquirenti. Proprio per questo motivo la donna, dopo essere stata arrestata, era stata costretta agi arresti domiciliari dove ha appunto cercato di togliersi la vita probabilmente pentita di quello che aveva fatto. Per fortuna è stata salvata.