Tra le notizie di cronaca di oggi ne abbiamo una che riguarda la parte del "bene" del Paese. Sono ormai anni che si sentono notizie di questo genere, che è la corruzione, da chi dovrebbe difenderci e tutelare, o da chi dovrebbe assicurarsi della normalità del Paese, denunciando varie anomalie e, se necessario, scrivendo verbali. Tutto parte dalla denuncia di due imprenditori che testimoniano il fatto che, una pattuglia stradale della polizia di Palermo, abbia chiesto loro una somma di denaro in cambio di una diminuzione della multa con insistenza e continue minacce che si trasformò poi in un vero e proprio "pizzo".
In particolare, le due vittime sono state fermate sull'autostrada "Palermo-Mazara del Vallo" dai famosi agenti. E c'è di più: non solo ricambiavano il "regalo" con lo sconto ma a volte assicuravano anche l'annullamento della sanzione per una somma più grande. In particolare, vi è la prova di un commercianteche, fermato per un controllo dalla polizia, stava subendo il sequestro del furgone della ditta per cui lavorava ma, nel momento in cui l'uomo avrebbe fatto dei 'regali' agli agenti, era esente dalla multa. In un altro episodio, vede un camionista in possesso di una speciale abilitazione alla guida per una tipologia di merce trasportata, ottenuta grazie a questa tattica, ossia, pagando i poliziotti.
Queste le dure accuse ai poliziotti di Palermo, arrestati questa mattina del 12 ottobre 2016 da colleghi della Squadra mobile, coordinati naturalmente dalla Procura della Repubblica. Adesso gli agenti accusati di corruzione, concussione e falso in atto pubblico. Sono riusciti, comunque, ad evitareil carcere, perché il Gip, dopo una perquisizione delle loro abitazioni, ha dispostoun'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari.
Si parla diFrancesco Paolo Minà,Nicolino Di Biagio e Giuseppe Sparacino.I tre avrebberotormentato la dittadei due imprenditori che hanno denunciato tali disonestà, così, una squadra ha deciso di monitorarli con telecamere nascoste.