Non è passata inosservata la visita del Dalai Lama a Milano. La massima autorità buddista, atterrata a Linate nella mattina del 20 ottobre, è stata accolta dal sindaco Giuseppe Sala che, per l’occasione, ha optato per uno scambio di pochi minuti in una zona riservata dell’aeroporto. Una scelta low profile probabilmente dovuta alle presumibili proteste della Cina che, di lì a poco, non si sono fatte attendere.

Le proteste della Cina

Il Paese del Dragone, infatti, ha mal digerito l’arrivo di Tenzin Gyatso nel capoluogo lombardo. Non sono mancate le rimostranze.

Hua Chunying, la portavoce del ministero degli Esteri cinese, ha ribadito l’avversione per gli incontri tra il Dalai Lama e le istituzioni italiane: "La nostra posizione è chiara - ha detto Hua Chunying - ci opponiamo con forza a ogni contatto e incontro con funzionari di altri Paesi". Dichiarazioni che non hanno impedito a Tenzin Gyatso di essere ricevuto dal cardinale ambrosiano Angelo Scola e di ottenere la cittadinanza onoraria da parte dell’amministrazione milanese. Con un dettaglio non indifferente. A consegnarla è stato Lamberto Bertolè, presidente del consiglio comunale, e non, come ci si sarebbe aspettato, il sindaco Giuseppe Sala.

L’attenzione del sindaco Sala a non inimicarsi gli elettori cino-milanesi

La cerimonia è avvenuta in un Teatro Arcimboldi gremito da circa 1.800 studenti dell’Università Bicocca, mentre fuori un capannello di persone appartenenti alla comunità cinese protestava. Va detto che quella che vive a Milano è una delle più numerose in Italia sul cui territorio, secondo un dato Istat del 2010, risulterebbero quasi 210 mila residenti cinesi.

Numeri che, oltre a non tener conto delle presenze illegali, non comprendono tutti coloro che hanno acquisito la cittadinanza italiana, molti dei quali appartengono alle seconde e terze generazioni. Il sindaco Giuseppe Sala probabilmente non ha voluto inimicarsi questi ultimi, visto il loro peso elettorale. Non poteva ovviamente mancare, di fronte ai riflettori dell’opinione pubblica sul transito a Milano di una figura religiosa tra le più stimate al mondo. Però ha disertato la cerimonia di consegna della cittadinanza onoraria per evitare l’imbarazzo di doverlo giustificare agli occhi dei sui concittadini cino-milanesi, suoi potenziali elettori.