L’esercito iracheno è molto vicino alla città di Mosul, l’antica capitale assira Ninive, presa in ostaggio dai miliziani Isis. I combattenti dello Stato islamico sarebbero arrivati ad usare dei civili legati sui tetti delle case come scudi umani e, degli ordigni sono pronti a esplodere all’arrivo dei peshmerga curdi. I curdi sono arrivati a pochi chilometri da Mosul, e poco prima di giungere lì, con l’aiuto dei bombardamenti aerei della Coalizione internazionale, hanno attaccato Bashiqa, cittadina distante circa venti chilometri da Mosul. Alla periferia di Bashiqa, anche tramite l’utilizzo di mezzi corazzati ed altre armi pesanti, l’area è stata messa in sicurezza ed ora si tenterà di rendere liberi anche due insediamenti civili della zona.

Secondo quanto riferito da un’emittente televisiva locale, anche un emiro ed altri capi della cellula terrorista sarebbero stati uccisi a Bashiqa e alcuni kamikaze si sono fatti saltare in aria in prossimità dell’esercito iracheno.

I Jihadisti pronti a usare qualsiasi mezzo per scacciare le truppe curde da Mosul

Si stima che a Mosul siano restati tra i quattro e gli otto mila terroristi, che si stanno preparando a respingere i curdi dalla città. Si parla anche di civili legati sui tetti delle case e usati come scudi umani per prevenire altri bombardamenti aerei. La città verrà disseminata di bombe rudimentali per falciare quanti più nemici possibile, insieme anche al milione di normali abitanti ivi rimasti intrappolati.

Non sarà affatto facile mettere in sicurezza le varie zone di Mosul, formate da un dedalo di strette viuzze, che possono riservare molti pericoli. Fonti irachene parlano di tiratori scelti e bombe, oltre a fossati riempiti di combustibili infiammabili e pronti da incendiare al passaggio dei nemici.

L’agenzia Onu per gli affari umanitari ha reso noto che dall’inizio delle azioni militari, i senzatetto sono arrivati a 5070 nella zona nord della provincia di Ninive.

Alcuni degli sfollati hanno ricevuto asilo nelle strutture approntate dalle associazioni umanitarie internazionali, ma la gran parte di loro si è rifugiata in altri agglomerati urbani. Sono stati predisposti campi profughi nei pressi di Dabaga, centro abitato sud – orientale rispetto a Mosul, e a Zelikan nella provincia a est rispetto alla città assediata dal sedicente stato islamico.

Solidarietà del Papa alle vittime dell’inumana violenza del Califfato islamico

Da Piazza S.Pietro anche il pontefice, all’Angelus domenicale, esprime la sua vicinanza alla popolazione irachena ed alle vittime innocenti dell’atroce barbarie che da troppo tempo va avanti contro cristiani, musulmani ed altre gruppi etnici. In particolare papa Francesco ha voluto pregare per la città di Mosul ed esprime parole di cordoglio e di sgomento per i civili uccisi a sangue freddo, tra cui anche bambini.

Durante la visita ad Erbil, capitale del Kurdistan iracheno, il segretario alla difesa degli Stati Uniti Ashton Carter ha chiesto, contemporaneamente all’azione militare su Mosul, un secondo intervento su Raqqa.

La città, fortino dei miliziani di al-Baghdadi, si trova nella parte settentrionale della Siria ed è la capitale del famigerato Califfato. Il segretario Carter, spera di riuscire presto a coordinare con gli altri alleati un’operazione per separare Raqqa dal resto della cellula terrorista. Il capo della difesa americana si congratula poi con Massoud Barzani, presidente della Regione autonoma curda dell’Iraq.