Aleppo est, la cosiddetta "capitale del nord" della Siria, è interamente in mano ai ribelli e, per risolvere la situazione, il Presidente russo Vladimir Putin ha ben pensato di bombardare senza criterio tutta la zona. L'inviato ONU Staffan De Mistura, giovedì, ha affermato che la tragedia umana nella parte della città assediata è già adesso incalcolabile e che bisogna "evitare un altro Rwanda". Inoltre si è detto disponibile a scortare personalmente fuori dalla città i 1000 combattenti islamici ancora presenti, se questo dovesse significare uno stop ai bombardamenti russi.
Siria e Russia saranno giudicate dalla Storia
"La Storia giudicherà duramente Russia e Siria se continueranno ad usare come alibi la presenza di 900 miliziani per continuare a bombardare una zona con 275.000 civili, di cui 100.000 bambini" ha continuato De Mistura. Ancora due mesi, al massimo due mesi e mezzo e la parte orientale di Aleppo sarà completamente distrutta, mentre migliaia di civili saranno ancora uccisi dai bombardamenti. De Mistura si è rivolto dapprima al Presidente russo Putin, chiedendogli se ritiene di essere davvero pronto a continuare i bombardamenti, distruggendo totalmente la città antica e successivamente ai miliziani del fronte al-Nusra, dicendo che stanno decidendo la sorte di 275.000 persone rifiutando di lasciare Aleppo.
Nelle ultime due settimane sono state uccise almeno 376 persone e ferite almeno 1266; due ospedali sono stati distrutti e più di 600 pazienti si ritrovano senza una struttura adeguata. Il portavoce ONU sottolinea anche quanto sia grave, sul fronte diplomatico, la decisione di Stati Uniti e Russia di interrompere la cooperazione bilaterale sulla questione siriana, consigliando comunque che il gruppo di sostegno internazionale non dovrebbe essere sciolto.
USA - Russia: tensione crescente
Intanto continua a crescere la tensione tra Stati Uniti e Russia, dopo le provocanti esercitazioni russe, con il Cremlino che, tramite il portavoce Konashenkov, ha consigliato a Washington di evitare di imporre vincoli all'aviazione presente in Siria, sottolineando che abbatterà qualsiasi aereo, anche americano, che tenterà di limitarne le azioni.