Cresce la preoccupazione dei geologi per l'aumento dell'attività del vulcano sottomarino Marsili, che non sembra per niente addormentato ma anzi pochi giorni fa si è fatto sentire provocando una scossa di magnitudo 3.2.

La paura degli studiosi che monitorano continuamente il vulcanoè che con il suo risveglio causitsunami in grado d'investire in pochi minuti le regioni della Campagna, Sicilia e Calabria.

Dove si trova?

Nei primi anni del secolo scorso un investigatore italiano, Luigi Marsili, trovò nelle profondità delle acque del Mar Mediterraneo la presenza di un vulcano che, secondo le stime del Consiglio Nazionale di Investigazione (CNR), sarebbe il più grande dell'Europa, misurando circa70 chilometri di lunghezza e 30 di larghezza, albergando nel suo interno una camera di magmadi 4 per 2 chilometri.

Topograficamente il vulcano Marsili, che prese il nome del suo scopritore, si trova nella parte meridionale del Mar Mediterraneo, alla distanza di 140 chilometri dalle coste della Sicilia ed a 150 km dalla Calabria. Se non si trovasse sott’acqua si alzerebbe come un'alta montagna a 3.000 metri. Per arrivare alla sua cima basta scendere a 450 metri di profondità.

Il suo risveglio

Dai monitoraggidella sua attività, soprattutto ultimamente, si documenta l'aumento della camera magmatica oltre ai numerosi smottamentidi terra dalle pareti già fragili, ciòche annuncerebbe il suo risveglio imminente. Probabilmente il collasso dei suoi pendii muoverebbe milioni di metri cubi di materiale, quello che potrebbe condurre allo sviluppo di uno tsunami d' imprevedibile grandezza.

Come risultato di questi spostamenti di terra, i terremotiprovocherebbero l'aumento dei tsunami, che in pochi minuti si abbatterebbero sullecoste della Calabria e della Sicilia provocandone la distruzione. Questofenomeno non sarebbe unanovità sullecoste italiane visto che in passato queste hanno già sofferto 72 tsunami.

Nonostante i dati raccolti ed i continui studi, risulta impossibile realizzare predizioni concrete sul momento esatto in cui possaprodursi il collasso del Marsili. Il rischio èreale, benché difficile da valutare.