L’intenzione era buona, quella della signora Adriana Armanda Spediacci, di origini lunigiane ma residente a Como, quando ha acconsentito ad offrire ospitalità a migranti bisognosi in uno dei suoi appartamenti ad Aulla, in provincia di Massa Carrara. Ma qualcosa è andato storto e ora quello spirito caritatevole ha lasciato il posto, suo malgrado, ad un iter di denunce senza fine. La vicenda ha inizio nel novembre 2015, quando la signora Spediacci insieme alla figlia Ketty Giampietri ha deciso di affidare ad un’agenzia 3 appartamenti e un ufficio alla Filanda, nell’immediata periferia di Aulla.

L’agenzia, dopo aver accolto la richiesta, suggerì alle donne che vi era la possibilità di ospitare 4-5 ragazze nigeriane in fuga dalla guerra, contattando una società della zona che si occupava di accoglienza migranti.

La società assicurò un massimo di 10 migranti

La signora accettò il contratto proposto dalla società, cui affidò i 3 appartamenti e l’ufficio per una cifra complessiva di 1500 euro al mese e con il benestare che ad occupare i locali fossero migranti provenienti da zone di guerra, per un massimo di 10 persone.

Ma quello che si trovò di fronte ad un primo sopralluogo dopo alcune settimane fu sconcertante: i locali affidati vennero stravolti e ad abitarvi non vi erano 10 persone bensì 21.

Vennero innalzati muri interni, sistemati letti nel sottotetto e unificati i 4 contatori per l’energia elettrica. Ma quel che è peggio, ben presto arrivarono le lamentele del vicinato per una situazione divenuta talmente insostenibile da provocare la dipartita di alcuni affittuari di appartamenti vicini.

Dopo il danno la beffa

Spazzatura ammassata, talvolta buttata dal balcone nel cortile sottostante, condotta immorale degli occupanti, schiamazzi e disordine sono alcuni degli episodi che si sarebbero verificati all’interno degli appartamenti concessi. Ulteriori sopralluoghi hanno dato modo di verificare la presenza di gravi abusi edilizi, tra i quali un impianto elettrico non a norma.

E per la signora Spediacci che ha tentato nel corso dei mesi di far fronte ad una situazione ormai fuori controllo attraverso denunce, richieste di aiuto alle autorità e un procedimento legale, è arrivata l’ultima beffa. Il comune di Aulla, tramite un’ordinanza, ha intimato alla signora di ripristinare lo stato originario degli appartamenti entro novanta giorni dalla data della notifica, diversamente sarà sanzionata pesantemente. Ma le procedure di sfratto, iniziate per ovvi motivi, non hanno ancora prodotto alcun risultato. Comprensibile l’amarezza della signora che, come afferma, si sente raggirata e tradita per aver compiuto quello che reputava un gesto caritatevole.