A quanto pare il carcere non ha ancora sortito un effetto rieducativo per Cosimo Damiano Panza, un barese detenuto nel carcere di Lecce. L'uomo, 53 anni, ha sfruttato il permesso premio per rapinare e violentare un'impiegata. E' successo a Bari lo scorso 6 ottobre 2016. L'uomo era entrato in un ufficio pubblico con un coltello e, dopo essersi fatto consegnare dall'impiegata il denaro contenuto nel suo portafogli, ha commesso lo stupro. La donna, 27 anni, è stata condotta con la forza nel bagno e poi violentata.
Il detenuto ha agito quando l'ufficio era vuoto
Ha vissuto momenti traumatici l'impiegata di Bari che lo scorso ottobre è stata violentata da un detenuto in permesso premio. Cosimo Damiano Panza era tornato a Bari, la sua città, sfruttando il breve periodo di libertà per delinquere nuovamente. Il detenuto, dopo la rapina e lo stupro, è tornato nuovamente in carcere. Adesso l'uomo deve rispondere anche di rapina aggravata, sequestro di persona, porto abusivo di armi e violenza sessuale aggravata. Panza era riuscito a rapinare e violentare la donna perché in ufficio, in quel momento, non c'era nessuno. Tutti i colleghi dell'impiegata erano fuori per la pausa pranza. Il detenuto, dunque, ha agito indisturbato.
Usufruiva dell'ultimo giorno di permesso premio
L'impiegata, dopo aver subito lo stupro, è riuscita a liberarsi dal carcerato e fuggire in un bar nelle vicinanze. I carabinieri sono stati chiamati da diversi passanti che avevano visto la donna correre verso il bar e chiedere aiuto. Il detenuto è stato inchiodato dalle telecamere di sorveglianza poste sia all'esterno che all'interno dell'ufficio pubblico in cui ha violentato l'impiegata.
Secondo le ultime informazioni, Panza stava usufruendo dell'ultimo giorno di permesso premio. Prima di tornare in prigione, però, ha pensato di mettere a segno una rapina e uno stupro.
Dopo essere entrato nell'ufficio barese, il 53enne avrebbe estratto un coltellino dalla tasca, dicendo alla 27enne: 'Dammi i soldi o ti taglio tutta'. Dopo aver rubato 15 euro che la donna aveva nel portafogli, il detenuto si è impossessato anche di 350 euro contenuti nella borsa di un'impiegata che, in quel momento, era fuori per la pausa pranzo.