Identificato grazie alle impronte digitali il cadavere mummificato di una giovane donna rinvenuto il 25 ottobre scorso in un container all'interno della stazione ferroviaria di Santarcangelo di Romagna (Rimini): si tratta di mariapia galanti, di Misano Adriatico, 19 anni appena ma già con molti problemi alle spalle e una vita sbandata. I genitori erano stati avvertiti già l'altro ieri, ma la notizia è trapelata solo oggi per esigenze investigative. Si è conclusa nel peggiore dei modi la vicenda di una ragazzina che ha voluto autodistruggersi; del suo caso se ne era occupato anche il programma di Raitre "Chi l'ha visto?".
La ragazza era stata sentita telefonicamente dalla mamma lo scorso 4 settembre e in quell'occasione aveva detto di stare bene, ma poi di lei se ne erano perse le tracce; i genitori, allora, avevano presentato denuncia di scomparsa il 16 settembre ai carabinieri di Misano.
Il ritrovamento
Per un mese e mezzo di Mary, come veniva chiamata dagli amici, non si era saputo più nulla finchè il 25 ottobre era stato fatto il macabro ritrovamento in stazione da alcuni operai che dovevano recuperare il container per dei lavori in un cantiere. Gli inquirenti avevano sospettato che quel cadavere mummificato appartenesse a lei, dati i tempi della scomparsa e il livello di mummificazione del corpo che coincidevano, ma per averne la certezza è stato necessario estrapolare le impronte digitali e poi fare delle comparazioni tra il Dna del cadavere e quello dei genitori prelevato con dei tamponi scientifici; infine, i risultati hanno dato la triste notizia ai congiunti.
La ragazza era già fotosegnalata presso i carabinieri e questo ha anche agevolato il lavoro della scientifica con le impronte digitali. Il Dna è servito per avere la certezza assoluta. Una vita sbandata senza neppure un motivo preciso, quella di Mariapia: figlia di commercianti e tossicodipendente sin da minorenne, fumava eroina e frequentava pericolosi giri di altri tossici e spacciatori.
Alla fine, era stata anche allontanata da casa dai carabinieri perchè era giunta a picchiare i genitori e le sorelle; diventata maggiorenne, le cose non erano certo migliorate. Il 1 settembre era stata accompagnata in ospedale da un amico, mentre il 30 agosto era stata identificata dai carabinieri all'interno di un hotel abbandonato meta di altri tossici e sbandati vari.
Il 3 settembre, una persona l'aveva vista per strada a Rimini in cattive condizioni di salute e aveva allertato il 118, ma lei aveva rifiutato il ricovero. Il 4 settembre aveva telefonato alla madre, poi più nulla fino al macabro ritrovamento.