L’esercito iracheno è riuscito ad entrare a Mosul dalla parte orientale della città ed ora i soldati si trovano nel quartiere di Karama. Le milizie sono passate attraverso Gagjali, il primo insediamento ad est rispetto al centro della metropoli. Il drappello di uomini che ha lanciato l’attacco si è impadronito degli insediamenti nel sobborgo orientale già citato. Secondo i dati del dipartimento della difesa americano, sarebbero 5 mila i terroristi arroccati nella città e pronti alla battaglia finale. Le truppe anti Stato Islamico sono composte da più di 40 mila unità e sono disposte lungo tutto il fronte di fuoco.

Il primo ministro iracheno Haidar al Abadi, lancia un chiaro avvertimento all’Isis, dicendo che in caso di mancata resa saranno annientati. Il premier era in visita a Shura, 35 chilometri a sud dal fronte di guerra, che nei giorni scorsi è stata liberata dalla presa del Califfato. Abadi chiede alla popolazione di rimanere nelle abitazioni durante le operazioni militari a Mosul. Fonti attendibili dicono che poche ore fa i jihadisti hanno massacrato 300 civili nella zona nord dell’agglomerato urbano sotto assedio. Gli squadroni della morte hanno sterminato il villaggio di Moshairefa. E Nella base jihadista di al-Gazlani, con sentenza di un tribunale islamico, sono stati messi a morte 50 miliziani accusati di essere scappati dalla zona di combattimento.

Baghdad: l’Isis si vendica con 5 attentati contro gli sciiti

Oltre 15 mila i combattenti sciiti, agli ordini dell’Iran, nell’esercito che avanza verso Mosul liberando villaggio dopo villaggio. Al Baghdadi decide di vendicarsi contro questa etnia ordinando 5attentati con autobombe e kamikaze nei quartieri sciiti di Baghdad. Si contano almeno 17 morti e decine di feriti.

C’è stato anche un sesto attacco che fortunatamente non ha causato vittime ma solamente feriti non gravi tra i civili. L’esito più tragico si è avuto con l’autobomba piazzata nelle vicinanze di una scuola e di un mercato nella zona di Hurriyah, dove hanno perso la vita almeno 10 persone. Dinamiche simili anche per gli altri attacchi, sempre ai danni di altri mercati e luoghi frequentati.

Fortunatamente il sesto attacco ai danni del Beiruti Cafè non è andato a buon fine. Le forze antiterrorismo irachene hanno impedito al kamikaze di farsi saltare all’interno del locale, sventando una strage.

Erdogan intima ai combattenti sciiti di rispettare i civili sunniti

Sono saliti a 15 mila i combattenti sciiti impegnati nell’azione militare a Mosul. Erdogan, presidente della Turchia, ha detto che se gli sciiti dovessero terrorizzare la regione, il suo paese non resterebbe a guardare. Le truppe sciite, conosciute come Forze di Mobilitazione Popolare (Al Hashd Al Shaabi in arabo), sono state costituite nel 2014 per volontà della massima autorità religiosa sciita, l’ayatollah Al Sistani, per combattere l’Is che è sunnita.

Le Shaabi, al pari dei loro nemici, sono state accusate di violenza e crudeltà contro le popolazioni sunnite dei territori liberati dagli estremisti islamici.

I combattenti sciiti non badano all’avvertimento turco, continuano a liberare villaggi e dicono di non voler entrare a Mosul, ma prepareranno il terreno per l’intervento delle forze speciali irachene. Più di 300 bambini soldato, arrivati anche dalla Siria per l’autoproclamatosi califfo, sono morti nei 14 giorni di scontri. Gli estremisti stanno facendo di tutto per bloccare i nemici: dopo gli ex agenti di polizia e civili iracheni uccisi perché ritenuti spie e i rapimenti di persone da usare come scudi umani, ora starebbero spargendo per la città e i villaggi un gran numero di giocattoli contenenti esplosivi. Nelle zone sottratte ai terroristi i Peshmerga curdi hanno disattivato 50 tonnellate di deflagranti. L’obiettivo dei “bombaroli” è quello di far desistere l’esercito dall’entrare a Mosul.