In Trentino Alto Adige sembra che la toponomastica italiana stia creando qualche problema. C'è chi vorrebbe eliminare i toponimi italiani in quanto sarebbero denominazioni risalenti al Ventennio, quindi marcatamente fasciste. Una questione, questa, che sta creando scompiglio nella regione confinante con l'Austria. Alessandro Urzì, consigliere regionale e provinciale de L'Alto Adige nel cuore, non ha avuto remore nell'affermare che per la Südtiroler Volkspartei 'italiano' significa 'fascista'.

Accademia della Crusca si schiera dalla parte del bilinguismo

Lo Statuto dell'Alto Adige disciplina e tutela il bilinguismo ma, a quanto pare, c'è chi vorrebbe eliminare i toponimi italiani perché fascisti. In difesa del bilinguismo si è schierata recentemente anche l'Accademia della Crusca, massima istituzione culturale italiana, che ha inviato una lettera (firmata da 48 professori universitari) al capo dello Stato Sergio Mattarella. In Alto Adige c'è il rischio, come ha sottolineato lo stesso Urzì, che vengano dati altri nomi anche alle statue, eliminando così quelli italiani. Il consigliere regionale ha aggiunto anche che è stato presentato in Consiglio Provinciale un ordine del giorno vertente sulla rimozione, perché 'fasciste', delle statue del 'Leone di San Marco' e della 'Lupa capitolina'.

Bufera nel Consiglio Provinciale

Si cerca di abolire la toponomastica italiana in Alto Adige. Sarebbe già stata emanata una norma di attuazione che, per acquistare validità, dovrà incassare l'ok del Governo. C'è chi ritiene che Renzi, pur di accaparrarsi i sì, in vista del prossimo referendum costituzionale, abbia addirittura promesso la prossima cancellazione dei toponimi italiani in Alto Adige.

Tempo fa, in Consiglio Provinciale è scoppiata una bufera riguardo alla proposta di eliminare i toponimi italiani perché sarebbero 'fascisti'. Il presidente del Consiglio provinciale, Roberto Bizzo, ha ricordato a tutti i presenti che la Repubblica Italiana è nata dal contrasto al fascismo e che una proposta del genere sia superata e contraria alla socialità.

Il governatore Arno Kompatscher, invece, supporta il piano dei secessionisti sudtirolesi e ricorda che in Alto Adige c'è stata un'ingiustizia: dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, infatti, si è cercato di eliminare qualsiasi traccia della cultura tedesca.