L'Isis sta vivendo la parabola finale della sua breve storia ma le cellule terroristiche disseminate nei Paesi dell'Asia minore sono tornate a spargere sangue. È di oltre 50 morti e circa un centinaio di feriti il bilancio di un attentato compiuto nel tardo pomeriggio di ieri nella provincia del Baluchistan, in Pakistan. A causare l'eccidio sarebbe stato un kamikaze che si è fatto esplodere all'interno del tempio sufi 'Shah Noorani'. In quel momento era in corso una cerimonia religiosa, celebrata con la caratteristica danza del dhamal. Almeno un migliaio i fedeli all'interno del santuario quando è stata provocata la deflagrazione.
L'azione è stata rivendicata dallo Stato Islamico tramire l'agenzia di comunicazione Amaq che l'ha definita una "operazione di martirio".
Il kamikaze sarebbe un adolescente
Tra i lati più agghiaccianti di questo ennesimo fatto di sangue in Medio Oriente c'è anche l'età dell'attentatore suicida, si tratterebbe infatti di un ragazzino di appena 14 anni. Non sarebbe la prima volta che il terrorismo di matrice jihadista utilizza adolescenti per i propri cruenti scopi, giovani indottrinati alle scuole di pensiero e di addestramento dello Stato Islamico ed educati al 'martirio contro gli infedeli'. L'obiettivo, infatti, non è scelto a caso. Il sufismo è una delle dottrine più mistiche dell'Islam, attraverso la quale il fedele entrerebbe in contatto diretto con Allah ma, a causa delle sue componenti esoteriche e di determinate influenze pre-islamiche, viene considerato fortemente eretico dall'Islam radicale ed estremista.
Non è la prima volta, tra l'altro, che subisce un attacco diretto dal terrorismo jihadista. Lo scorso giugno sempre in Pakistan, a Karachi, venne assassinato a colpi d'arma da fuoco il cantante Amjad Sabri, tra le voci più celebri a livello internazionali del Qawwali, uno stile musicale che prende direttamente ispirazione dai maestri sufi. L'attentato, nella circostanza, venne rivendicato dai talebani pakistani.