Un tragico e infinito accanimento, iniziato a scuola e continuato sui social network. L'esacerbante pressione sociale esercitata su Natalie Natividad, 15enne di Hebbronville (Texas) s'era ben presto traslata sulla sua famiglia, suo malgrado costretta ad allontanarla dalla scuola, sperando invano nella fine di tutto quanto. L'aiuto della famiglia e degli psicologi, tuttavia, si è rivelato del tutto inutile e non ha tirato fuori la giovane Natalie dall'abisso in cui i bulli l'avevano segregata, portando così al suicidio della giovane, che si è tolta la vita ingerendo dosi esagerate di farmaci.

Natalie, così si chiamava, era una ragazza apparentemente piena di vita, ma ciò non le è servito da scudo contro gli insulti dei bulli. Il tutto ha avuto inizio in classe, tra i banchi di scuola: era canzonata per il suo aspetto "non bello". Come spesso accade di questi ultimi tempi, però, la "discussione" si è spostata sui social network: nello specifico, su "After School", piattaforma dove gli studenti si ritrovavano virtualmente anche fuori da scuola.

Sull'applicazione "After School" sembrerebbe che i commenti fossero anonimi, rendendo di fatto impossibile tracciare un identikit chiaro dei cyberbulli che han portato la ragazzina al suicidio. Stando alla descrizione dell'app, dovrebbe "promuovere divertimento ed esperienze creative online e offline per i teenager d'America, in un ambiente positivo e senza cyberbullismo, minacce o contenuti che minaccino la nostra sicurezza".

Così, evidentemente, non è stato.

La piattaforma si è infatti trasformata in un vero e proprio inferno per Natalie Natividad, che continuava a ricevere messaggi pieni di insulti sul suo aspetto, proponendole persino il suicidio per "risolvere il problema". "Non ce la faccio davvero più con questa vita infernale" continuava a ripetere la giovane Natalie.

Dopo il periodo di stacco dalla scuola voluto dai genitori, Natalievi è infine tornata, dove le pressioni non sono evidentemente cessate e han convinto la giovane a compiere l'insano gesto. Venerdì è tornata a casa e ha ingerito una quantità tale di medicinali - probabilmente barbiturici - da uccidersi e porre fine a quella vita divenuta infernale.

«Vogliamo solo giustizia per mia sorella – ha detto Connie Rodriguez in lacrime – Spero che i bulli si fermino. Natalie è morta, ma non devono esserci altri ragazzi che si tolgono la vita. Non ci devono essere altre famiglie che debbano subire il nostro stesso dolore».