"Non posso concedere la grazia a qualcuno che non si presenta in tribunale," ha affermato il presidente Obama al settimanale tedesco Der Spiegel in un'intervista pubblicata venerdì. Ha poi proseguito: "Credo che Snowden abbia espresso alcune preoccupazioni legittime, ma il modo in cui l'ha fatto non segue le procedure della nostra intelligence".

Nel frattempo, subito dopo la sentenza della Corte Suprema che ha stabilito l'incostituzionalità della raccolta di metadati senza la previa comunicazione alla popolazione, si moltiplicano gli appelli affinché il presidente Obama conceda la grazia al whistleblower americano.

Lo stesso Snowden ha sostenuto che la grazia presidenziale sia contemplata dall'ordinamento americano proprio per situazioni complesse come la sua, in cui i fatti a prima vista possono essere considerati reati ma la cui analisi da un punto di vista etico e morale ribalta la situazione.

La grazia presidenziale è prevista da una sentenza della Corte Suprema del 1886: "Il potere di grazia conferito dalla costituzione al Presidente è illimitato eccetto in casi di impeachment. È esteso a ogni offesa conosciuta alla legge, e può essere esercitato in qualsiasi tempo dopo che sia stata commessa, sia prima che i procedimenti siano in corso, sia durante il loro svolgimento, che dopo l'emissione della sentenza".

"Snowden va condannato a morte": le parole del prossimo capo della CIA

L'approccio del presidente uscente Obama è stato senz'altro più diplomatico rispetto a quello di Mike Pompeo, deputato del Kansas recentemente nominato dal neopresidente Trump nuovo capo della CIA. "Andrebbe portato indietro dalla Russia e processato, "aveva dichiarato a febbraio alla televisione americana C-Span, "e credo che la pena giusta per lui sia la pena di morte, per aver messo in pericolo amici miei e amici vostri divulgando notizie riservate a potenze straniere".

Attualmente Snowden si trova in Russia, dove gli è stato concesso il diritto di asilo essendo ricercato per aver sottratto documenti riservati riguardanti un programma segreto di sorveglianza portato avanti dall'Agenzia per la Sicurezza Nazionale e dalle maggiori compagnie di telecomunicazioni.