TERNI- Una segnalazione da parte dei vicini di casa ha segnato la fine di una storia terrificante vissuta da un bambino di soli 6 anni. Il piccolo giunto in territorio italiano da pochi mesi si è ritrovato a vivere in un vero e proprio incubo a causa delle violenze sessuali, fisiche e psicologiche subite da parte della madre e del suo convivente. La Polizia di Stato, allertata da un anonimo vicino di casa per i continui pianti del bambino, ha fatto irruzione nell'appartamento portando in salvo il piccolo.
I due soggetti accusati dei maltrattamenti sono stati arrestati, sia la madre (25 anni) che il convivente (30 anni) sono romeni, gli investigatori ritengono che volessero avviare il bambino alla prostituzione.
Una segnalazione anonima gli salva la vita
Gli inquirenti non hanno rivelato l'identità del segnalatore che ha permesso alla mobile di agire mettendo in atto l'operazione denominata "Angelo" sotto la coordinazione del sostituto procuratore Elisabetta Massini. Il bambino non era stato iscritto alla scuola elementare e viveva segregato tra le mura di un appartamento situato alla periferia di Terni. Le indagini hanno rilevato indizi gravissimi a carico della madre e del convivente che dovranno rispondere degli abusi e delle sevizie a cui il piccolo è stato sottoposto da settembre fino al momento della sua liberazione.
Costretto ad osservare gli atti sessuali della madre
La madre del bambino si prestava ad atti sessuali a pagamento costringendo il figlio ad assistere alle sue prestazioni con i clienti, ascoltando e osservando la scena chiuso in uno sgabuzzino adiacente alla camera da letto della donna. Attraverso una fessura appositamente creata nel muro, il bimbo assisteva inoltre ai rapporti sessuali della madre con il convivente.
Obbligato a restare nudo in casa, maltrattato e picchiato, il piccolo veniva chiamato con nomignoli femminili per annullarne la personalità.
Il ritorno dai nonni per il bambino, carcere per gli aguzzini
Il bambino è attualmente seguito da psicologi e servizi sociali all'interno di una struttura per minori, in attesa di ricongiungere il piccolo con i nonni in Romania.
La madre e il convivente sono stati portati nel carcere di Vocabolo Sabbione su disposizione del Gip Federico Bona Galvagno con l'accusa di violenza sessuale e maltrattamenti per entrambi, per l'uomo si aggiungono le aggravanti di percosse e vessazioni.