Il numero degli sfollati rimasti senza una casa all'indomani delle scosse del 24 agosto e quelle del 26 e del 30 di ottobre è di circa 40mila persone, alle quali Renzi ha promesso pubblicamente che entro Natale saranno sistemate in delle casette, sicuramente più confortevoli e riparate dal freddo delle tende. Una parte dei terremotati sono stati sistemati in alberghi, ma la parte della popolazione che non può allontanarsi dalla zona, per motivi di lavoro o altro, attualmente alloggia nelle tende della protezione civile, dove però trascorrere l'inverno sarebbe molto difficile, in zone dove frequentemente nel periodo invernale le temperature scendono sottozero.
La consegna delle case rischia di slittare di qualche giorno, ma a preoccupare maggiormente è la struttura di queste case, che Giuseppe De Lorenzo, in un articolo su "Il Giornale" paragona addirittura a dei lager.
Le case nei container sotto accusa
In attesa delle case di legno, gli sfollati saranno sistemati in villaggi, dove verranno sistemati a schiera alloggi ricavati dentro container, all'interno di un'area attrezzata che prevede servizi igienici e aree comuni. Inoltre al centro delle polemiche è finito il ridotto spazio vitale garantito a ciascuno sfollato, che avranno a disposizione cinque metri quadri pro capite, meno di quanto ne dovrebbero avere i detenuti - se le carceri non fossero sovraffollate - in quanto recludere persone in spazi al di sotto dei sei metri quadri a testa, nel caso delle prigioni, è considerato una forma di tortura.
La planimetria del villaggio comune
Il Giornale ha pubblicato in esclusiva la planimetria del progetto, dalla quale si evince la disposizione dei moduli abitativi ricavati nei container e le aree comuni, come cucine e refettori. I campi sono progettati per ospitare 48 persone ciascuno, sistemate nei container di 15 metri quadrati ciascuno. I moduli abitativi saranno dotati di 3 lettini singoli, e saranno utilizzati prevalentemente come camere da letto e per custodire i propri effetti personali. I villaggi saranno dotati di una stanza dedicata alla lavanderia, una sala ricreativa comune, vari magazzini, cucina, refettorio. Una sorta di "campeggio di fortuna" che rischia di prolungarsi per diversi mesi, una soluzione considerata intermedia tra le tende e le casette di legno in preparazione.
Il nodo degli animali domestici
Il progetto dei villaggi non sembra prevedere aree allestite come canile, con box per custodire animali domestici, come qualcuno aveva chiesto per dare risposte concrete a quelle famiglie che possiedono un cane, e che oggi con il sisma non sanno dove metterlo. Una questione che su Blastingnews abbiamo già affrontato una settimana fa. Gli sfollati con animali domestici al seguito - che non possono essere portati nelle tendopoli - si sono trovate in una situazione di grave disagio, non sapendo dove sistemare l'animale, che per molte persone rappresenta un membro della famiglia.
Le famiglie molto affezionate al loro cane si trovano ad affrontare un problema serio, e c'è persino chi ha rifiutato le sistemazioni proposte per non separarsi dal proprio amico a quattro zampe, ma qualcuno potrebbe anche pensare di risolvere il problema abbandonando l'animale.