Sono passati già diversi giorni da quando il Tribunale Civile di Napoli ha sentenziato che Facebook avrebbe dovuto provvedere alla rimozione dei video, che ritraevano la 31enne Tiziana Cantone, in atteggiamenti intimi, in compagnia del fidanzato; ma a tuttora, risultano ancora centinaia, i siti che continuano a speculare sulla giovane donna, anche dopo il suo suicidio, avvenuto il 13 settembre scorso. Il Tribunale Civile di Napoli, dopo aver indagato i vertici di Facebook ed il suo fondatore, Mark Zuckerberg, ha sentenziato che il Social Network avrebbe avuto il dovere di cancellare tutti i video hard riguardanti Tiziana Cantone, compresi frasi e commenti offensivi.
Perché il Tribunale ha emesso questa sentenza?
In sostanza, il Tribunale Civile di Napoli, ha accolto il ricorso della famiglia Cantone, per quanto riguarda l'obbligatorietà a cui sono soggetti per legge i Social Network alla rimozione di contenuti offensivi e lesivi della dignità umana, mentre avrebbe respinto la parte del ricorso dei Cantone che denuncia la mancata sorveglianza dell'immissione dei contenuti, in quanto, la legislazione vigente, non proibisce la libera diffusione e circolazione di idee e di immagini. Ovvero: solo quando i responsabili dei Social notano la diffusione di contenuti sconvenienti, subentra a rigor di legge l'obbligo di rimozione.
Cosa ha ottenuto la famiglia Cantone, in seguito alla sentenza emessa dal Tribunale?
In questi giorni, lo sfogo durante le interviste di alcuni giornalisti, della madre della Cantone, la signora Giglio, fa trapelare solo una misera soddisfazione. I video e le frasi oscene ad essi inerenti sono ancora in circolazione sul Social, e da ricerche effettuate da parte delle Autorità indaganti è emerso, che sarebbe stato aperto addirittura un altro sito, che starebbe contribuendo alla diffusione delle immagini, oltretutto con un nomignolo osceno con cui viene menzionata la 31enne.
Le dichiarazioni della madre della Cantone, contro l'ex fidanzato
"Non è stata mia figlia ad iniziare a diffondere i video, dovete indagare il suo ex fidanzato, è partito tutto da lui". Con queste parole, la signora Giglio, accusa l'ex fidanzato della figlia, Sergio di Palo, di essere stato lui l'artefice della diffusione delle sconvenienti immagini e di avere così indotto Tiziana al suicidio.
Aggiunge la mamma della Cantone: "Mia figlia prima voleva lasciare quell'uomo, ma poi aveva deciso di andare a convivere con lui, ed è stato quando ha preso questa decisione, che è iniziata la macabra vicenda". Per ora queste rimangono solo le parole di denuncia di una madre disperata, bisognerà attendere gli sviluppi della vicenda, per sapere se le stesse possano o meno essere veritiere e che tipo di provvedimenti saranno presi nei confronti dei vertici di Facebook e di Zuckerberg.