Il delitto di Garlasco continua a riempire le pagine d'informazione, lasciando ancora molti dubbi nell'opinione pubblica, soprattutto per la grande confusione che si sta creando intorno ad un punto cruciale della vicenda: quella del DNA trovato sotto le unghie di Chiara Poggi. Tra quello che sostiene la difesa e quello che invece sostiene la parte civile, non si riesce a capire quanto la traccia biologica possa influire in maniera definitiva sul caso in questione. Bisogna dunque analizzare la situazione in tutte le sue sfaccettature, per capire di cosa si parla.
La notizia per cui tale DNA non apparterrebbe ad Alberto Stasi, e che ha indirizzato le indagini verso Andrea Sempio, si basa su un'analisi effettuata su richiesta della difesa, ma che al momento non ha ancora trovato l'approvazione ufficiale. Il caso sarà rivisto e si è ricominciato ad indagare, ma per il momento la situazione è ancora troppo confusa e priva di qualsiasi conferma.
DNA deteriorato sotto le unghie di Chiara Poggi
La parte civile ha dichiarato che il DNA trovato nelle unghie di Chiara Poggi è oramai deteriorato e non più utilizzabile. La difesa invece ha detto che il materiale genetico deteriorato era presente solo sotto alcune unghie della ragazza, mentre in almeno altre quattro ve ne era di più e in buonissime condizioni.
Sulla base di questo il professor De Stefano ha potuto confrontarlo con Alberto Stasi, escludendo che fosse compatibile. Il problema è capire effettivamente quanto DNA avesse sotto le unghie Chiara Poggi, e fare una controanalisi per cercare conferme.
Marcatori compatibili con altre 40-50 mila persone
Inizialmente si era detto che i marcatori trovati sotto le unghie di Chiara Poggi potevano essere di Alberto Stasi, come di altre 40-50 mila persone.
Dunque adesso c'è da capire su cosa si sia basato il genetista, per sostenere che il DNA analizzato escluda senza ombra di dubbio Stasi. De Stefano dovrà depositare presso la procura i propri risultati, e la procedura seguita, in modo che chi si occupa delle indagini possa fare le dovute verifiche, decidendo se validare o meno la tesi.