Solo pochi giorni fa è stato ucciso un boss del clan della Vanella Grassi, nelle adiacenze della sua abitazione a Scampia. Episodi che, in un quartiere dalla triste fama come quello, riportano alla mente la serie tv “Gomorra”. Analogia dettata dalla coincidenza tra i fatti reali, che si svolgono in quest’area a nord di Napoli e quelli raccontati da Roberto Saviano.

Sullo stesso sfondo, della realtà e della fantasia, c’è la sanguinosa faida di Scampia che, tra il 2004 e il 2005, causò almeno 70 morti. Partì dalla reazione di Raffaele Amato, uno dei fedelissimi di Paolo Di Lauro, capo dell’omonimo clan, al tentativo di quest’ultimo di eliminarlo.

Amato scappò in Spagna ma, tornato in Italia, insieme a Gennaro Marino e altri costituì il gruppo degli Scissionisti, scatenando contro i Di Lauro una guerra di camorra senza precedenti.

Il boss di Forcella e 'Ciruzzo 'o milionario'

Nella fiction Savarese senior è Paolo Di Lauro, detto “Ciruzzo ’o milionario”, perché Luigi Giuliano, noto boss di Forcella, durante una partita a poker aveva notato che a Di Lauro, seduto ad un tavolo, cadevano numerose banconote da centomila lire, dalla tasca dei pantaloni. Al che “Loveggino”, scherzando, avrebbe detto: “E chi è venuto Ciruzzo ’o milionario?”. Paolo Di Lauro fu arrestato il 16 settembre 2005 a Secondigliano, nel suo feudo. Gli investigatori lo scovarono seguendo una ragazza che lo riforniva dall’esterno.

Nella fiction il ruolo è ricoperto da Cristiana Dell’Anna, la stessa che nella soap opera Un posto al sole interpreta le due gemelle Manuela e Micaela. Con l’arresto di Di Lauro si concluse la prima faida di Scampia. Nel 2006, il padrino fu condannato a 30 anni di reclusione per spaccio di droga. Condanna ridotta a 28 anni nel 2011.

Per Genny Savarese è stato preso a modello il figlio di Paolo Di Lauro, Cosimo che, all’arresto del padre, aveva 30 anni e la responsabilità di guidare quello che era il più grande clan nella storia di Napoli nord. I pentiti hanno fatto di lui un quadro impietoso. Lo hanno definito brutale e psicopatico, mandante di decine di delitti.

Si ispirava, nel look, a Brandon Lee nel film Il corvo. Vestiva di nero, aveva capelli lunghi e secchi. Aveva una Lamborghini a Parigi e il cuore di tutte le ragazze del suo “regno”.

Le donne di ferro della camorra

L’analogia tra Genny Savarese e Cosimo Di Lauro è ritenuta la più evidente tra i vari personaggi della serie. Al contrario di Ciro Di Marzio, l’immortale che è plasmato dalla fantasia di Saviano anche se il suo modello dovrebbe essere Gennaro Marino, detto Genny McKey per la sua somiglianza con il protagonista di una serie western degli anni Settanta, Alla conquista del West. Controllava le piazze della droga nelle Case celesti, fortino della droga a Secondigliano.

Raffaele Amato, Salvatore Conte nella serie, detto ’a vicchiarella, fu il fedelissimo dei Di Lauro che dopo essere sfuggito ad un loro agguato, scappò in Spagna e fondò un vero impero economico con i guadagni del narcotraffico.

Perciò era soprannominato lo Spagnolo e gli Scissionisti erano detti anche spagnoli. Come nella serie, era un capo carismatico ed era chiamato a dirimere controversie tra le parti.

La biondissima Scianel è una donna di ferro alla guida di un gruppo di camorristi. Come Annunziata D’Amico, detta “passilona”, reggente del clan del rione Conocal a Ponticelli, nella periferia est di Napoli. Affrontava a muso “troppo” duro i boss della zona. Rimase vittima di una spietata esecuzione. Un’anomalia del panorama criminale. Nessuna donna “boss” della camorra era mai stata uccisa, nonostante le tante faide.