Le “bufale” pascolano, tranquillamente, sul fertile terreno di Facebook e i siti fake proliferano su internet. Ma chi sono gli autori e i promotori di queste iniziative? Semplici buontemponi o i soliti malati di complottismo cronico? Né l’uno né gli altri. Solo un grande business, un vero “mercato delle bufale”, dove circolano milioni di dollari, o di euro. Paul Horner, uno specialista nella creazione di siti fittizi, ha dichiarato al Washington Post di guadagnare, grazie a Google AdSense, 10mila dollari al mese ma di poterne guadagnare la stessa cifra in un solo giorno se la notizia diventa virale.

A renderlo possibile sono le caratteristiche del programma pubblicitario Google AdSense che paga con il metodo pay per click, cioè in base al numero delle visualizzazioni che, nel caso di una notizia o di un video virali, sono milioni.

Il Fatto Quotidiano diventa Quotidaino

Appare evidente che la posta in gioco per la conquista di spazi in questo mercato è molto alta. La creazione di siti fittizi è, in un certo senso, un’arte. Devono diventare fonti autorevoli di notizie false, per cui nascono siti pseudo-scientifici e testate fake. Grandi maestri dell’inganno giocano sulla manipolazione delle testate vere. Libero Giornale (nel frattempo chiuso) fondeva insieme Libero e il Giornale. Subdolo Il Fatto quotidaino che inverte due caratteri per farsi passare come Il Fatto Quotidiano.

L’immoralità di questi comportamenti non consiste nel fine. Il guadagno è lecito in qualsiasi attività economica, e questa lo è. Deprecabile perché ingannevole e sleale nei confronti della concorrenza che opera con mezzi leciti e costi maggiori. Barare è facile, lo dimostra il portale Buzzfeed in un’inchiesta giornalistica sulla disinformazione su internet: durante l’ultima campagna elettorale americana un gruppo di adolescenti macedoni hanno creato un centinaio di siti fittizi a sostegno di Trump.

Un’operazione che gli ha permesso di guadagnare fino a 5mila dollari al mese.

I politici e la matita copiativa

Dopo la teoria sulle bufale, visto che siamo alla fine del 2016, gustiamone qualcuna delle più clamorose di quest’anno.

  1. Primo posto spetta di diritto alle matite copiative. Piero Pelù posta sul suo profilo Facebook la notizia che lo hanno fatto votare con una matita cancellabile. Una sciocchezza per la quale possiamo capire il cantante. Ma non certo politici, anche famosi, che non sanno come è fatta quella matita: Matteo Salvini, il senatore Gianni Girotto (M5S), Roberto Calderoli (Lega).
  2. Dopo la strage dell’Isis all’aeroporto di Bruxelles, media, testate nazionali, opinionisti e analisti strategici commentano il video dell’attentato. Peccato che non sia quello giusto. È quello di un attentato all’aeroporto di Mosca di 5 anni prima.
  3. Complotto dello Stato a danno dei terremotati: ha falsato l’intensità delle scosse durante il terremoto del Centro Italia per evitare di raggiungere la soglia dei 6 gradi, che lo costringerebbe a pagare i danni prodotti dal sisma. Inutile dire che una legge del genere non è mai esistita.
  4. Il boom delle bufale arriva in occasione del referendum. In caso di vittoria del NO, Gigi D’Alessio e Barbara D’Urso dichiarano che avrebbero smesso di cantare e fare televisione (peccato fosse una notizia falsa), Putin, invece, minaccia di intervenire duramente contro l’Italia. Straordinario il voltafaccia di Agnese Renzi nei confronti del marito: dichiara di votare NO.
  5. Recentissima, quella del neo presidente Gentiloni che appena nominato si sfoga proprio con l' autorevole “Libero Giornale” per invitare agli italiani di smetterla con i piagnistei su Facebook e rimboccarsi le maniche, perché qualche piccolo sacrificio non fa male a nessuno e serve a diventare più competitivi.