Un po’ per gioco, un po’ per noia, un po’ per provare il brivido della “bravata” e sperare in seguito di passarla liscia. Sta di fatto che da qualche tempo - ma chi frequenta abitualmente le autostrade assicura che non si è mai smesso - l’Italia sta nuovamente tornando a vivere l’incubo dei sassi lanciati dal cavalcavia. E’ di queste ore la notizia di un nuovo episodio avvenuto ieri sera in Piemonte sull’autostrada torino-Savona, più precisamente nei pressi del casello di Carmagnola. Vittima un automobilista italiano di 47 anni, la cui auto - una Lancia Thema - è stata fatta bersaglio del lancio di una grossa pietra dal ponte di via Poirino.

Nonostante il grande spavento l’uomo è fortunatamente riuscito a mantenere il controllo della macchina, andando poi ad accostare nella corsia di emergenza. Sull’episodio sono ora in corso le indagini da parte dei carabinieri, al quale l’automobilista ha detto di aver notato due ragazzi tirare il sasso dal cavalcavia e allontanarsi subito dopo.

Gli altri episodi del 2016

Un fatto che si aggiunge a quello avvenuto in Veneto la notte di Halloween, quando a San Massimo - nella tratta che conduce al casello di Verona Nord dell’autostrada del Brennero - cinque minorenni tra cui anche un ragazzino di 13 anni hanno sfondato il parabrezza di un’auto mediante una continua sassaiola. Per fortuna, anche in quel caso nessuno si è fatto male e i giovani - a parte il 13enne, non imputabile - sono stati tutti denunciati.

Episodi che purtroppo non sono stati gli unici di questo 2016 che sta per terminare: fatti analoghi sono avvenuti a Roma, Milano, Brindisi, Trento e Rieti.

Un 'gioco' contro la noia

Insomma, un fenomeno “trasversale” che colpisce senza distinzione, da Nord a Sud. E che nella stragrande maggioranza dei casi vede come protagonisti ragazzi minorenni, i quali spesso trovano le scuse più assurde una volta individuati: “Che facevamo di male?”, dissero due anni fa ai carabinieri quattro 14enni, tutti di buona famiglia, sorpresi a lanciare sassi sulla Torino-Aosta.

Avevano appena terminato l’esame di terza media e, per vincere la noia, si erano divertiti a centrare ben sette auto - sfondandone cofani e tettucci - mediante massi grandi come arance. E questo senza tornare a parlare degli incidenti mortali avvenuti negli anni ’80-90: dalla piccola Maria Jlenia Landriani, morta nell’86 ad appena due mesi e mezzo sulla provinciale Milano-Lentate mentre era in braccio alla madre, fino alla 31enne Maria Letizia Berdini, uccisa sulla Torino-Piacenza il 27 dicembre 1996 nei pressi di Tortona.