L'evento è stato quasi totalmente ignorato dai nostri media nazionali ma il 4 ottobre, circa 4000 donne hanno preso parte a una marcia lunga 200 chilometri, durata due settimane, partita sottotono da Rosh Hanikra (promontorio a confine tra Libano e Israele) e terminata in una folla oceanica sotto le finestre della casa del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, per chiedere al governo di instaurare un rapporto di pace con i palestinesi.
La marcia della speranza e la "Preghiera delle madri"
Migliaia di donne, quasi tutte vestite di bianco, unite dallo scopo di portare pace in un territorio da sempre caratterizzato dall'utilizzo della guerra come quasi esclusivo mezzo di dialogo.
L'iniziativa è stata fortemente sentita, sostenuta e condivisa dalla cantante israeliana Yael Deckelbaum (molto nota in patria) che ha creato appositamente per l'evento la canzone "Preghiera delle madri". Il testo, nel suo momento di più toccante lirismo, recita: "dal nord al sud, dall'est all'ovest ascolta la preghiera delle madri portare loro la pace." E' inoltre straordinario notare come il brano sia ben equilibrato tra influenze e stilemi provenienti tanto dal mondo arabo orientale che da quello occidentale.
Nel video è stata inserito anche un intervento di Leymah Gbowee, dove palesa il suo entusiasto sostegno morale al movimento. Ma chi è Leymah Gbowee? Insignita del Nobel per la pace nel 2011, condusse in Liberia, un movimento pacifista che contribuì enormemente alla fine della guerra civile.
L'ennesima riprova di quanto la preghiera di una donna, di una madre, possa essere efficace.
"As a peace activist and a grass-roots person, I doubt that I will ever come back here again, so let me have my say." http://t.co/2xWqGmfBzY
— Leymah Gbowee (@LeymahRGbowee) 19 gennaio 2015
Chi ha dato il via a tutto questo?
E' partito tutto da Woman Wage Peace, associazione nata nel 2014 come reazione alla sanguinosa guerra della striscia di Gaza, dove 2,200 palestinesi e una settantina di israeliani persero la vita in quei famigerati 50 giorni di combattimenti.
"La pace", recita il sito di Woman Wage Peace, "non è un'utopia, è il fondamento necessario per l'esistenza di questi due popoli in sicurezza e libertà." Il movimento si presenta come apolitico e apartico, senza leader dichiarati ma vissuto come una spontanea associazione di donne con il comune intento di stimolare il dialogo alla pace in questi territori da sempre travagliati da conflitti, odi antichi e morti cruente.