Oggi ha sfilato a Roma il corteo No border, un corteo multietnico che urla a gran voce all'amministrazione della città e al governo, l'urgenza di politiche di accoglienza che rispettino diritti e dignità delle persone.

Roma in piazza per i diritti dei migranti

Tante le associazioni che hanno aderito all' iniziativa, a partire da Baobab experience, un gruppo di volontari che ha accolto e assistito i migranti nella totale indifferenza della Politica, anzi con l' opposizione di questa, denunciano molti operatori. Dal 30 settembre infatti ci sono stati 95 sgomberi dei vari ritrovi informali creati grazie alle donazioni dei cittadini e della chiesa.

Per 95 volte i volontari hanno visto distruggere tende, sacchi a pelo e scorte alimentari dai camion dell'Ama e per 95 volte hanno ridato speranza ai migranti terrorizzati, costretti altrimenti a dormire all' addiaccio. Nonostante il susseguirsi di appelli e trattative, Roma come l' Italia non sembra minimamente preparata a dare un volto umano al fenomeno dell' accoglienza. Operatori e volontari denunciano come l' approccio ai migranti, che siano richiedenti asilo o transitanti, venga lasciato in mano al sistema corrotto, messo in luce da mafia capitale, proprio mentre Amnesty international rivela come i migranti siano sottoposti a maltrattamenti, con scosse elettriche, e molestie sessuali pur di estorcere loro le impronte digitali, un sistema di identificazione imposto dall'Unione Europea.

I manifestanti hanno ricordato il volto multirazziale della Capitale che non deve essere tradito da una gestione politica colpevolmente interessata o ingenuamente incapace, l' amministrazione Raggi hanno concluso gli attivisti è soltanto la fine di un percorso politico volto a colpire il sistema degli aiuti, del volontariato e del sociale.

Il corteo si è concluso in piazza Venezia, alle spalle del Campidoglio, con la richiesta al governo di imporsi sull' Europa per l'apertura di canali umanitari e legali per il transito dei migranti, i quali non devono più essere visti come peso, ma come risorsa dell'Unione.