Si fa strada sempre di più l'idea di una matrice terroristica tra le numerose ipotesi, spesso contraddittorie, ventilate dal ministro dei trasporti russo, Maxim Sokolov, sulle cause del disastro aereo che, ieri 25 dicembre, è costato la vita a ben 93 persone, nei cieli della Russia.
L'aereo, un Tu - 154, decollato dalla base di Sochi, nel sud della Russia, e diretto in Siria, dopo appena due minuti di volo, è scomparso dai radar, inabissandosi misteriosamente nel Mar Nero. In servizio dal 1983, efficiente, grazie a una solerte opera di controllo e manutenzione, il velivolo aveva alle spalle ben 7.000 ore di volo e sembra molto improbabile che possa essersi trattato di un guasto tecnico, come invece ipotizzato da Sokolov in un primo momento.
Addio a una leggenda
Sull'aereo, come è ormai tristemente noto, era presente anche la leggenda dell'Urss, il Coro dell' Armata Rossa, ma anche influenti militari e personalità di spicco in ambito internazionale. Tutti diretti in Siria, a sostegno psicologico, in occasione del Natale, delle truppe russe stanziate 'in loco'. Queste almeno le notizie ufficiali, ma sono molti gli interrogativi e le perplessità.
La Russia, appoggiando il regime di Assad, ha avuto un ruolo significativo sulle sorti del conflitto in Siria, ma il prezzo pagato dalla popolazione civile è stato troppo alto. Ancora adesso è allarmante la situazione di disagio e precarietà di migliaia di persone. La tragedia del Tu - 154, che ieri ha sconvolto tutti, sta assumendo i contorni del giallo, mentre avanza sempre di più la convinzione che possa essersi trattato di un attentato islamista.
La reazione di Putin
Il presidente russo, Vladimir Putin, ha proclamato per oggi il lutto nazionale e ufficialmente, almeno secondo i canoni del suo usuale riserbo, ha chiesto 'un'attenta indagine', per accertare le cause del disastro. Ma l'operazione risulta essere estremamente complessa, anche a causa della dinamica degli eventi.
Il velivolo, decollato dalla pista di Sochi alle 5.27 locali (3.27, ora italiana), è precipitato a soli 1,5 km dalla costa e i detriti, forse per la violenza dell'impatto, sono sparsi in un'area molto vasta nella quale sono molto forti le correnti sottomarine, che hanno inabissato questi a una profondità tra i 50 e i 70 metri.
A causa di ciò risulta estremamente complesso recuperare le scatole nere, le quali, a differenza di quelle in uso sugli aerei di linea, non hanno segnalatori di posizione, per cui è necessario perlustrare minuziosamente il fondale marino.
Squadre di sommozzatori, droni, sommergibili e potenti fari stanno scandagliando tutta la costa, in una ricerca incessante, che è andata avanti per l'intera notte. Ma, ancora, non sono state trovate le scatole nere. Dopo una prima posizione negazionista, nel corso di un'intervista televisiva, il ministro Sokolov ha ammesso la possibilità di una ritorsione terroristica contro la Russia, ma, al momento, la verità è sepolta sui fondali del Mar Nero.