Fiorenzo Praturlon e Roberto Rolfini, gli escursionisti dispersi da ieri sera, 2 dicembre, sono morti precipitando in un canalone, dopo un volo di 150 metri, nella zona dei Civrari a quota 2mila metri sulle montagne delle Alpi Graie, tra la Val Susa e la valle di Viù, in provincia di Torino. Sono stati ritrovati stamattina, alle prime luci dell’alba dai soccorritori.

La macchina dei soccorsi si è messa in moto subito dopo l’allarme dato dai familiari dei due escursionisti preoccupati del il loro mancato rientro. Il campo base è stato posto in borgata Favella nel comune di Rubiana, luogo dove erano state ritrovate le auto dei dispersi.

Le ricerche sono proseguite senza tregua per tutta la notte, impegnando carabinieri, guardia di finanza, vigili del fuoco, soccorso alpino, croce rossa e unità cinofile. E proprio il cane di una di queste unità, in tarda serata, ha individuato il sentiero che conduce al luogo della tragedia. Ma non c'erano le condizioni necessarie per proseguire in sicurezza, a causa del buio e della neve per cui le ricerche sono continuate ma senza poter avventurarsi sulla neve, se non alle prime luci dell’alba.

Ricerche complicate dalle condizioni meteo

Solo allora i soccorsi sono andati oltre il Colle della Croce e, finalmente, hanno trovato nella neve le tracce che conducevano alla Punta della Croce, una cima a sud del Monte Civrari.

Seguendo queste tracce gli uomini del soccorso alpino sono arrivati al punto dove erano evidenti le tracce di una scivolata. Erano a quota 2100 metri quando hanno visto i corpi senza vita dei due escursionisti in fondo ad un crepaccio.

Il 71enne Praturlon, di San Vito al Tagliamento in provincia di Udine, e il 59enne Rolfini di Torino, erano esperti e si muovevano con grande familiarità tra i sentieri della Val Susa.

Quella di ieri era un’escursione lungo un percorso che facevano molto spesso, nell'occasione Punta della Croce, su un versante del Monte Civrari. L’incidente mortale si è verificato a 2200 metri.

Praturlon e Rolfini conoscevano bene la zona

Erano anche podisti della società sportiva Orchi Trailers di Rivoli e partecipavano spesso alle gare che si svolgono tra quelle montagne.

Questa padronanza era alla base della sicurezza con cui affrontavano quei sentieri ma forse potrebbe essere la stessa che li ha spinti a qualche imprudenza di troppo, di quelle che spesso risultano fatali quando ci si trova in alta montagna e in zone particolarmente impervie.

Infatti, la pericolosità della zona, dove sono stati ritrovati i corpi, è dimostrata dalle difficoltà che hanno trovato i soccorritori, anche a causa della nebbia che non ha consentito all’elicottero dei vigili del fuoco di poter intervenire. Per il recupero, quindi, gli operatori si sono dovuti muovere a piedi, e sono riusciti ad effettuarlo solo nel primo pomeriggio, dopo quasi dieci ore di lavoro. Tuttavia, anche a causa delle avverse condizioni meteorologiche, serviranno ancora molte ore per riuscire a riportare a valle le salme.

La ricostruzione della dinamica che ha causato la Morte dei due escursionisti è adesso al vaglio degli inquirenti.