Alois Brunner, gerarca nazista accusato di essere il responsabile della deportazione di 128mila ebrei nei campi di sterminio, è morto ufficialmente nel 2001. Rifugiato nella nazione del Medio Oriente e protetto dal regime di Damasco, il gerarca era ricercato dalle autorità di mezzo mondo ed è stato complice, dopo la sua fuga dalla Germania post seconda guerra mondiale, all'addestramento e alla gestione dei reparti di intelligence del regime siriano, utilizzati dal presidente Hafez al Assad per il controllo della regione. Di pensiero antisemita sino alla fine dei suoi giorni, Alois Brunner è morto in condizioni disumane, ridotto come un animale rinchiuso in una stanza a Damasco.
L'inchiesta
I due giornalisti della rivista francese Revue XXI hanno condotto l'inchiesta pubblicata l'11 gennaio in Francia e citata dalla BBC online. Alois Brunner sarebbe fuggito a Damasco nel 1954 e protetto sino alla sua morte, avvenuta nel 2001, dal regime Siriano. Durante gli anni della presa di potere di Hafez al Assad, il nazista sarebbe stato adoperato all'addestramento dell'intelligence della nazione e, una volta subentrato al potere il figlio del ormai ex presidente siriano, Bashar al Assad, Brunner sarebbe stato rinchiuso a Damasco e affidato a delle guardie del corpo. Proprio la testimonianza di queste ultime ha portato i due giornalisti francesi alla scoperta dell'accaduto. Alois Brunner, condannato per ben due volte a morte in contumacia dalla Francia, avrebbe condotto la sua vita protetto dalla Siria e sarebbe morto in una cella a Damasco in condizioni di abbandono.
Tutti sapevano dove si trovasse, ma nessuno lo poteva catturare. Il gerarca Brunner, nato in Austria nel 1912, fu considerato come il braccio destro di Adolf Eichmann. Dal giugno 1943 all'agosto 1944 fu direttore del campo di concentramento di Drancy, in Francia, luogo di partenza i oltre 20mila ebrei in direzione della Germania.
La morte di Brunner si pensava fosse avvenuta nel 2010 e una traccia del suo rintanamento a Damasco era pervenuta al Centro israeliano Simon Wiesenthal, impegnato nella ricerca dei criminali nazisti fuggiti dopo la guerra, nel 2003.