20 gennaio 2017- Attorno a quel che resta dell’Hotel rigopiano, sul Gran Sasso, travolto da una slavina di proporzioni immense, i soccorritori hanno lavorato in maniera continua tutta la notte, senza sosta, in condizioni estreme, alla ricerca dei 30 dispersi. Giampiero Parete, cuoco e pasticcere, sopravvissuto alla tragedia, lancia un appello “Cercate più a fondo, la mia famiglia è rimasta imprigionata all'interno dell’Hotel”.

'Ho visto crollare l'Hotel con la mia famiglia dentro'

“La mia bimba di sei anni, voleva vedere la neve per la prima volta” spiega tra le lacrime Giampiero Parete.

“Improvvisamente ho visto crollare una parte dell’albergo, con tutta la mia famiglia dentro, vi prego continuate a cercare”. Giampiero Prete, uno dei sopravvissuti alla distruttiva slavina, ha raccontato nei minimi dettagli ciò che è accaduto, dall'ospedale in cui è stato ricoverato: “Mia figlia Ludovica voleva vedere la neve, sabato abbiamo festeggiato il suo sesto compleanno e lunedì siamo partiti per l’Hotel Rigopiano a Farindola”. L’uomo, in una valle di lacrime, dal letto dell’ospedale di Pescara, ha raccontato con non poche difficoltà la tragedia che ha sconvolto l’intero paese dopo le forti scosse di terremoto che hanno nuovamente colpito il centro Italia.” Avevamo intenzione di ripartire mercoledì, ma a causa dell’abbondante nevicata le strade erano impraticabili” ha aggiunto l’uomo.

Giampiero, nonostante e difficoltà dovute ai postumi dell’ipotermia, lancia un appello ai soccorritori ed ai volontari: “Scavate più a fondo, cercateli, saranno sotto la neve o intrappolati da qualche parte”.

I momenti più drammatici dell'accaduto

Giampiero Parete e gli altri ospiti che soggiornavano nella struttura, dopo le scosse di terremoto, si sono riuniti nella hall, in attesa del gatto delle nevi: “Sarebbe dovuto arrivare intorno alle 15.

Ci hanno successivamente avvisato che sarebbe arrivato alle 19 e tutti avevamo fretta di andare via per via del terremoto”. L’uomo, ha raccontato durante un’intervista rilasciata per il giornale Il Messaggero, i momenti più drammatici dell’accaduto: “Ero andato in auto a prendere un farmaco per mia moglie, i miei due figli mi aspettavano sotto la tettoia.

Improvvisamente ho sentito lo scricchiolio degli alberi e sono stato letteralmente investito dalla valanga. In meno di un secondo ho visto crollare l’Hotel con la mia famiglia dentro, non potrò mai più dimenticare quelle immagini”.