Chissà cosa avrà pensato l’uomo, un peruviano della città di Cusca, quando esplorando l’area costiera della regione omonima si è trovato ad osservare una strana mano, integra ma con tre dita lunghissime e un cranio, di forma allungata, orizzontalmente. Di sicuro ha pensato a correre in città per mostrare i preziosi ritrovamenti a qualche medico e ottenere la conferma che non fossero oggetti sintetici.

Questo è stato escluso già dopo una prima analisi e le radiografie, effettuate subito dopo, hanno confermato la struttura ossea di quel reperto, rivestito di un tessuto epiteliale liscio ma la cui natura è ancora da scoprire.

Lo stabilirà il test del Dna, i cui risultati dovrebbero essere resi noti nei primi mesi di quest’anno, insieme a quelli della datazione ottenuti con il metodo del radiocarbonio.

La teoria degli antichi astronauti alieni

La diffidenza è comprensibile di fronte a notizie di questo genere, quindi è meglio mantenere il giudizio sospeso fino ad una risposta che non lasci dubbi. Tuttavia, una strana coincidenza riguarda la zona della scoperta. Cusca non è una città peruviana qualsiasi. Era la capitale dell’impero Inca. Uno di quei popoli, che secondo la “teoria degli antichi astronauti” sarebbe entrato in contatto con civiltà extraterrestri evolute. Questa regione è la stessa del sito archeologico di Ollataytambo, le cui origini vengono fatte risalire, da alcuni studiosi, a 12mila anni fa.

Una meraviglia architettonica, di straordinaria imponenza realizzata con una tecnologia avanzatissima, quando l’uomo era all’età della pietra, quindi non conosceva nemmeno il bronzo o il ferro. Non che se avesse potuto disporre di materiali metallici sarebbe stato in grado di realizzare quelle opere, alcune delle quali, presenterebbero notevoli difficoltà anche ai giorni nostri.

Secondo l’archeologo Brien Foester, autore di una “Breve storia degli Inca” e sostenitore della teoria dei 12mila anni, a Ollataytambo si trovano strutture mastodontiche in pietra, costruite con blocchi di granito di 50 tonnellate che si incastrano, alla perfezione, e sembrano saldate insieme da una fonte di calore sconosciuta.

Oltre ad acquedotti e sistemi di irrigazione tuttora funzionanti. Per non parlare di sei giganteschi monoliti che, provenienti da un altro luogo, prima di arrivare sulla montagna dove si trova il sito archeologico, a ben 2792 metri sul livello del mare, hanno dovuto attraversare una vallata e un fiume.

Una conferma che gli alieni sono vissuti sulla Terra?

Quindi, chi è convinto che gli alieni sono vissuti, o vivono, sulla Terra vorrà immaginare che questa potrebbe essere una prova delle teorie in cui crede. In un posto dove concretamente sarebbe visibile l’intervento di intelligenze superiori.

Comunque, la mano è piuttosto grande e stretta, con due dita di cinque falangi e uno di sei che terminano con un’unghia e non con un artiglio, per cui si può escludere che sia appartenuta ad un animale selvatico ma non si può escludere che possa essere appartenuta ad una razza sconosciuta di umanoidi o, ovviamente, ad un alieno.

Le ossa sono porose. Ci sono due anelli di metallo, uno dei quali avvolge un dito mentre l’altro un nervo. Il materiale metallico sconosciuto, al momento, non presenta ruggine o corrosione.

Il proprietario non si è lasciato convincere a vendere quei reperti ma li ha resi disponibili per effettuare gli esami necessari a conoscerne la natura che, nella peggiore delle ipotesi per gli amanti dell’ufologia, potrebbe risultare umanoide.