Si ritorna a parlare di multe e stavolta ad intervenite sono i partiti, presentando il nuovo ddl in contro le notizie false che vengono quotidianamente divulgate in rete. A far scoppiare la bomba sensibilizzando l'opinione pubblica, unitamente ad altri rappresentati di ulteriori partiti politici, è il ministro Laura Bordini. Quest'ultima poco tempo fa aveva lanciato in rete l'hashtag #Bastabufale, proprio in merito alle numerosissime notizie false sul suo conto divulgate in rete senza controllo e con il rischio che una percentuale di utenti possa non distinguere una notizia attendibile da una presumibilmente fasulla.

Le bufale online hanno le ore contate, in arrivo una multa

La lotta alle bufale divulgate in rete non parte dalla politica. Esistono infatti da tempo alcuni siti web specializzati nella verifica di notizie che suscitano scalpore mediatico, ma che in realtà sono state scritte e pubblicate online con il solo intento di ricevere numerose visite web, ma risultate poi essere assolutamente false o come spesso accade, ingannevoli e propense all'odio. Oltre ai siti web specializzati nelle bufale della rete anche Facebook aveva da poco deciso di intervenire per bloccare il forte flusso di fake news presente sul social, inserendo la possibilità di segnalare una notizia che desta sospetto o che possa offendere una persona, una categoria o orientamento religioso.

Il nuovo disegno di legge presentato al Senato contro le fake news prevederà una multa da 5.000 euro nei confronti di quelle piattaforme online che pubblicheranno notizie false o prive di fondamento, mentre per la pubblicazione di notizie che destano allarme sociale, ovviamente fasullo, la multa potrebbe arrivare fino a 10.000 euro e si rischierà anche la reclusione fino a 2 anni.

Nel mirino anche blog personali

Il nuovo ddl depositato al Senato prevede anche una variazione per quello che riguarda la pubblicazione attraverso dei semplici blog. Sarà infatti prevista la comunicazione al tribunale competente, dei dati personali registrati e riconducibili ai vari blog presenti in rete. Dalle prime dichiarazioni raccolte a seguito del deposito del ddl a firma di Adele Gambero, quest'ultima ha voluto precisare che il ddl non è un bavaglio alla rete, bensì un modo di garantire la trasparenza informatica e l'alfabetizzazione mediatica attraverso la formazione.