Enzo Caniatti, giornalista e scrittore, esperto di storia del nazismo, su Giornale.it, nel suo "Il signor Wolf", fa emergere nuove e poco note verità storiche sulla morte e sulla presunta fuga da Berlino del dittatore nazista Adolf Hitler. Un complesso intrigo internazionale, supportato da precisi e documentati riferimenti storici, in cui sono coinvolti intelligence ed una ramificata organizzazione segreta filonazista, e dove Caniatti ribadisce una nota teoria secondo la quale il Furer sarebbe scappato non per salvare la sua vita ma per organizzare una rivincita, un ritorno.

Ma come sarebbe riuscito il dittatore a fuggire, nonostante l'accerchiamento dell'Armata rossa? E se fuggito, dove si sarebbe nascosto e che fine avrebbe fatto?

Odessa e le false identità

Secondo diversi storici e ricercatori, Odessa era ed è la più segreta organizzazione di mutuo soccorso dei membri delle SS. A crearla furono due alti gerarchi, responsabili delle polizie naziste raggruppate sotto lo RSHA, da cui dipendevano la Gestapo e la macchina della morte dei campi di sterminio. Furono proprio i due a preparare un piano di fuga per sé e per i loro ufficiali. Secondo il CIC, il servizio di informazione americano, in Austria, fu messa in piedi una fabbrica delle SS in cui si producevano false carte di identità e falsi passaporti.

Risulterebbe che i quadri più elevati dell' RSHA ottennero nuove identità e comunicarono tra loro grazie ad un codice segreto.

Le vie di fuga

Gli agenti segreti americani dell'OSS, nel 1947, scoprirono le tre principali vie di fuga dei gerarchi nazisti. La prima conduceva in Italia, l'altra ai Paesi del Medio Oriente e la terza permetteva di raggiungere il Sud America.

Gli itinerari di fuga erano stati organizzati preventivamente e nei minimi dettagli da una complessa e segreta organizzazione, che disponeva di uomini, mezzi, conoscenze e moltissimo denaro. Secondo alcune fonti fu il maggiore Rauff a preparare la via di fuga verso l'italia a centinaia di ufficiali nazisti avvalendosi delle sue conoscenze nelle alte gerarchie del Vaticano.

Gli ufficiali, poi, da Roma raggiungevano i porti di Bari o Genova e da lì partivano per altri continenti. Odessa permise, perfino, a molti dei suoi uomini, grazie a false identità, di essere reclutati come autisti dagli americani. L'associazione possedeva enormi capitali e società di copertura. Una di queste società di esportazione ed importazione organizzava espatri per gli ex ufficiali in Sud America.

La fuga di Hitler

Non si può escludere che Odessa abbia aiutato il Fuhrer a fuggire dalla Germania. Mancano, infatti, le prove della morte del dittatore. Dossier Fbi desecretati descrivono la sua fuga da Berlino: inoltre, la sua presenza fu segnalata in Argentina negli anni cinquanta. Mentre gli storici non hanno dubbi che Hitler si sia suicidato il 30 aprile del 1945 nel bunker della Cancelleria, mancano però i testimoni diretti.

Un approccio diverso arriva anche da History Channel che ha affidato le ricerche ad investigatori esperti di indagini scientifiche, il cui risultato è stato un lunghissimo documentario "Hunting Hitler".