Il Brasile sta affrontando un periodo di grave crisi, forse la più pesante di sempre, con il prodotto interno lordo che dal 2014 ad oggi è diminuito di dieci punti percentuali, la metà dei quali solo nell'anno passato. Un trend negativo che non sembra destinato ad arrestarsi. Il numero dei disoccupati oggi ammonta a 12 milioni di persone, pari al 12% della popolazione in età attiva, ma il dato non tiene conto di quanti vivono grazie agli aiuti del welfare brasiliano, considerando i quali si arriva alla soglia del 30%, tre persone su dieci. Persino il ceto medio-alto risente della crisi, e persino nelle vie più lussuose di San Paolo scarseggiano i clienti.

Uno scenario preoccupante

Le prospettive del colosso verdeoro non sono delle migliori. Secondo la Banca Mondiale oltre 3,5 milioni di brasiliani rischiano di sprofondare sotto la "soglia della povertà" già dall'anno in corso. I tempi del grande boom economico - quando nel 2010 il PIL del paese cresceva dell'8% - appaiono quanto mai lontani. Mentre la piaga della disoccupazione torna a farsi sentire, la popolazione deve fare i conti anche con l'inflazione, che secondo il sentore comune della gente è molto più alta di quanto sostenuto dai dati governativi. La crisi economica e l'aumento della disoccupazione hanno inoltre ripercussioni negative sulla sicurezza, ed il numero dei delitti è in aumento.

I mercati finanziari godono di ottima salute

La crisi e le difficoltà dei cittadini non sembrano aver "contagiato" la finanza, che invece attraversa un ottimo momento, tanto che l’indice Bovespa è sulla soglia dei 70.000 punti, come quando il paese attraversava il periodo d'oro del 2010. Nonostante la situazione anche la moneta brasiliana - il real - ha retto bene, e nell'ultimo anno si è sopravvalutata del 50% sul Dollaro Usa e sull'Euro.

Anche le banche brasiliane sembrano godere di buona salute, ed il gruppo bancario Itaú di San Paolo è tra i più solidi del sud America. L'impressione è che il Brasile possa tornare ad essere terreno fertile per le grandi speculazioni internazionali.

I movimenti di Soros in Brasile

Un reportage sul Brasile de "Gli occhi della guerra" a cura di Paolo Manzo traccia e analizza i movimenti del magnate George soros nel paese.

Lo speculatore aveva acquistato azioni della Petrobas - gruppo petrolifero statale - quando era esploso lo scandalo "Lava Jato" che ha investito la classe politica brasiliana, per poi disfarsene nel 2015 e riacquistarle negli ultimi mesi del 2016.

Amazzonia in pericolo?

Il governo brasiliano sta elaborando un disegno di legge volto a consentire la vendita di terreni ai capitalisti stranieri, con un limite di centomila ettari a persona. Se la proposta dovesse andare in porto, il futuro del "polmone verde" del mondo potrebbe essere in pericolo. "Il Brasile potrebbe essere svenduto alla ristretta cerchia di persone che possiede quelle 140 multinazionali che grazie alla globalizzazione non pagano le imposte e hanno più potere dei presidenti della Repubblica", conclude l'articolo di Manzo.