Il tanto celebrato idillio tra Donald Trump e Vladimir Putin è morto sul nascere? Affermazione allarmistica e prematura, di fatto i presidenti di Stati Uniti e Russia non si sono ancora incontrati 'vis-à-vis' e, pertanto, qualunque considerazione va rimandata all'atteso confronto la cui data non è stata ancora fissata. Per adesso tengono banco i confusi proclami di Trump che, in merito alla politica estera, sono tutt'altro che chiari. Ma, tanto le dichiarazioni del vice presidente Mike Pence sulla questione ucraina e sulla NATO della scorsa settimana, quanto l'annunciato riarmo nucleare sbandierato dalla Casa Bianca, non sono piaciuti al Cremlino.

Riprende la corsa agli armamenti?

'Corsa agli armamenti', il vero incubo della Guerra Fredda, quando Washington e Mosca mostravano i muscoli dall'una e dall'altra parte con i rispettivi arsenali nucleari. La recentissima intervista che Donald Trump ha concesso all'agenzia Reuters, però, suona come un campanello d'allarme in tal senso. "Gli Stati Uniti sono indietro rispetto alla loro capacità di armamenti nucleari - ha detto il presidente - e noi non vogliamo cedere la nostra supremazia". Ha poi 'punzecchiato' Mosca per la prima volta in merito al recente dispiegamento di un missile cruise che, di fatto, viola i trattati sul controllo degli armamenti, annunciando di voler porre la questione nel momento in cui incontrerà Vladimir Putin.

La risposta del Cremlino non si fatta attendere. Leonid Slutzky, presidente della Commissione per gli affari esteri della Duma (la Camera del parlamento di Mosca, ndr), ha sottolineato che "se gi Stati Uniti porteranno avanti il loro intento di ottenere la supremazia degli arsenali nucleari, il mondo ripiomberà nella Guerra Fredda e si rischia una catastrofe. Mi auguro - ha aggiunto - che la dichiarazione di Trump sia semplicemente emotiva e diretta ad ottenere consensi mediatici".

La questione ucraina

La scorsa settimana, nel corso della Conferenza internazionale per la sicurezza, il vice presidente americano Mike Pence aveva esposto il punto di vista della Casa Bianca sulla NATO e sulla questione ucraina. "Il nostro sostegno alla NATO non è in discussione - erano state le sue parole - perché siamo stati fedeli ai nostri impegni per generazioni.

La pace viene ottenuta con la forza e noi dobbiamo essere forti verso coloro che mettono in pericolo la nostra libertà ed il nostro stile di vita". In merito, oltre a confermare l'opposizione dell'amministrazione Trump agli accordi sul nucleare che l'Iran aveva raggiunto con Barack Obama, ha parlato di "pressioni sulla Russia affinché vengano rispettati gli accordi di Minsk". In precededenza la cancelliera tedesca, Angela Merkel, aveva lanciato pesanti accuse alla Russia, definendo "impossibile qualunque relazione dal momento che Mosca ha violato l'integrità territoriale dell'Ucraina annettendo la Crimea". Il tutto era stato 'maldigerito' dal Cremlino. "La posizione del vice presidente americano è deludente - era stata la dichiarazione di Konstantin Kosachev, presidente della Commissione affari internazionali della Duma - perché pretende che la Russia sia l'unico responsabile per l'attuazione degli accordi di Minsk. Un comportamento che permette al governo ucraino di sabotare continuamente tali accordi. Sembra proprio che la soluzione della questione nel Donbass sia di secondaria importanza, rispetto all'obiettivo di minacciare la Russia, metterla in difficoltà con le sanzioni ed alimentarne la contrapposizione con l'Occidente".