Gli esperti ci raccontano che i bambini sono sempre più precoci, ma la realtà spesso supera qualsiasi previsione scientifica. "Caro boss di Google, mi chiamo Chloe, e quando sarò grande voglio lavorare per voi". Inizia così la lettera che Chloe Bridgewater, una bambina di 7 anni di Hereford, Inghilerra, ha inviato niente poco di meno che a Sundar Pichai, amministratore delegato del colosso Google, il quale le ha risposto. Gli chiede lavoro perché è brava, è appassionata di tablet, computer e robot, e anche se non sa ancora bene cosa sia una candidatura di lavoro, si è 'avvantaggiata' con largo anticipo.
A 7 anni chiede lavoro a Google
La lettera ha deciso di compilarla nella forma più tradizionale che ci sia: carta e penna. E fa quasi tenerezza il contrasto tra la grafia a tratti esitante che rispecchia l'età della scrivente, 7 anni, e i contenuti ambiziosi dello scritto: "Le mie maestre dicono che vado molto bene in lettura, scrittura e matematica - scrive Chloe - e mio papà dice che se continuerò così un giorno potrò avere un posto a Google".
La missiva non è rivolta a un'amichetta del cuore, ma all'amministratore delegato di Google, Sundar Pichai, ingegnere indiano in forza nella società dei servizi on line più forte al mondo dal 2004, a cui la bambina chiede di essere assunta.
O comunque che il suo probabile capo tenga in considerazione la richiesta in un futuro prossimo venturo.
Chloe che informa l'ad di amare il nuoto e di voler gareggiare alle Olimpiadi, dice di essere stata affascinata dai racconti del papà Andy Bridgewater che le ha parlato degli uffici di Google come di un posto avvenieristico dove c'è spazio per la creatività e i giochi quali guidare i go kart, lanciarsi dagli scivoli, sprofondare su pouf a forma di fagioli.
Chi non sognerebbe tutto questo?
E il grande capo di Google rispose
Sundar Pichai, che di richieste ne riceve ogni giorno in numero imprecisato, è rimasto talmente colpito dalla missiva di questa giovanissima candidata, che le ha voluto rispondere di suo pugno e su carta intestata: la domanda è prematura, ma per il futuro la porta della multinazionale è aperta per Chloe: "Sono fiero che ami i computer e i robot e spero che continuerai a imparare cose che riguardano la tecnologia - le risponde Sundar - Credo che se continuerai a lavorare duro e a seguire i tuoi sogni, potrai raggiungere ogni risultato che hai in testa.
Lavorare a Google, così come gareggiare alle Olimpiadi. Ma mandami la tua candidatura quando avrai completato la scuola". Chiude la lettera, la firma di Pichai con i cordiali saluti alla famiglia della bambina e un emoticon.
'Fuga di notizie' via Linkedin
A divulgare l'insolito scambio epistolare è stato il papà della bambina che l'ha pubblicato sul social network professionale Linkedin ringraziando il ceo Google di aver reso il sogno della sua bambina possibile. Chloe era alla ricerca di una speciale 'iniezione di fiducia', dopo un incidente: era stata investita da un'auto un paio di anni fa.
Il papà ha raccontato che dopo aver ricevuto l'incoraggiamento di Pichai, la bambina è diventata più brava a scuola e il suo obiettivo è sempre più quello di lavorare un giorno per 'Big G', anche se forse ancora non ha capito che il lavoro da svolgere alla Google non consiste nel guidare go kart e dormire sulle sedute.
La bambina comunque ha pensato proprio a tutto: se non dovesse essere assunta da Google, per lei andrà benissimo lavorare in una fabbrica di cioccolato. Proprio come in un racconto di fantasia.