Che intorno al matrimonio, alla festa dopo il fatidico si, ci sia un vero e proprio business, ormai è un dato di fatto. Spese ingenti ed a volte folli, accompagnano il giorno in cui si va a formare una nuova famiglia. Sale ricevimenti, ristoranti, sale da ballo, buffet e feste, sono di uso comune, tanto da generare un grosso giro di affari. Negli ultimi tempi sta prendendo piede anche la festa per il divorzio, cioè l’evento contrapposto al matrimonio. In tutta Europa c’è un vero e proprio boom per quanto concerne questa nuova moda, proveniente dal Regno Unito, ma che anni fa fu avviata anche negli USA.
Come riportato anche dai giornali italiani, il quotidiano “La Stampa” o il settimanale Vanity Fair per esempio, l’esperienza raccontata da una donna inglese dimostra come il divorzio potrebbe essere visto più come un nuovo inizio che una fine. Oltre alle questioni personali, naturalmente, ci sono anche le questioni di affari, con aziende e attività del settore matrimoniale che sono pronte a sfruttare l’occasione di fare affari anche sull’evento negativo della fine di una famiglia.
L’intervista
La notizia come dicevamo ha fatto il giro dei media e riguarda una certa Charlie Penna, ragazza anglosassone lasciata dal marito. L’esperienza è stata raccontata dalla donna con un’intervista al “Telegraph” in cui racconta la sua storia.
Dopo due anni di attesa e di dolore, come racconta la ragazza, a divorzio avvenuto, la ventiquattrenne, consigliata da un amico, ha deciso di dare una festa in piscina, con 10 suoi amici a base di prosecco. Poi in ristorante con tanto di palloncini con scritto buon divorzio e striscioni con la scritta “buona festa di divorzio”.
Infine al pub dove c’era stato il primo incontro con l’ormai ex marito. Insomma, una classica festa come lo era stata quella del matrimonio. L’esperienza è talmente piaciuta che la donna è diventata imprenditrice, avviando un franchising proprio in questo settore.
Torte per il divorzio?
La vicenda di Charlie ha dato il via ad una autentica moda e se la ragazza si era contenuta a 10 amici ed a serate in ristoranti e pub, ci sono esempi di autentici party.
La Stampa per esempio, racconta l’esperienza di una donna, sempre inglese, che ha affittato una sala, preparato inviti ad amici ed anche biglietti in vendita per sconosciuti ed in rete. Musica e canti come nel giorno del suo matrimonio, con tanto di torta a tre piani e vestiti di lusso. La torta aveva la classica statuina degli sposi, però senza teste, cioè decapitati.
La moda
Christine Gallagher, scrittrice ed autrice di molti libri sul tema, ha spiegato come la festa sia un rituale molto utilizzato dagli esseri umani per superare le difficoltà che la vita presenta. Non solo l’Inghilterra, ma anche in Francia, nonostante la romanticheria che la nazione e la sua Parigi hanno nell’immaginario collettivo, la moda ha preso piede.
Nascono le prime agenzie di settore che si occupano di organizzare feste di divorzio, come la “Wedding out factory” per esempio, ma ci sono anche fiere in cui persone alle prese con le pratiche, possono parlare con esperti, avvocati, psicologi, assistenti per l’infanzia ed anche esperti nel settore feste di divorzio. In parole povere, attorno al divorzio nasce e si espande un vero e proprio giro di affari che, numeri alla mano, sembra essere in crescendo. Aspettiamo di conoscere esperienze anche in Italia, perché immaginiamo che il nostro paese prenderà sicuramente spunto dal resto d’Europa, adeguandosi anche a questa moda come lo fa con tante altre.