Il governo turco è pronto a riconquistare Raqqa e Al Bab con una serie di manovre militari molto delicate condotte da forze speciali appositamente addestrate; il Presidente turco Erdogan ha promesso in questo modo di sconfiggere definitivamente il sedicente Stato islamico.
Da qualche tempo le attività militari turche contro i miliziani in nero del sedicente Califfato sono aumentate e negli ultimi mesi l'esercito turco si è addestrato allo scopo di riprendere il controllo delle città fino ad oggi considerate le roccaforti del Califfato: Raqqa e Al Bab in cui si concentra il maggior numero di islamisti che da più di due anni tengono in ostaggio la popolazione civile della zona.
La promessa di Erdogan
Il Presidente turco Erdogan ha promesso in conferenza stampa di essere implacabile contro gli uomini dello Stato islamico e che le terre strappate ai terroristi saranno riconsegnate immediatamente alla popolazione locale che potrà incominciare una nuova vita libera dal terrore e dagli abusi degli islamisti.
"I prossimi bersagli di questa importante operazione sono l’Est di Manbij e Raqqa. Lo scopo finale è stabilire una zona di sicurezza di 4.000/5.000 metri quadrati che sia liberata dai terroristi", ha detto Erdogan ai giornalisti che gli chiedevano delle sue prossime mosse nella lotta al terrorismo.
Dove sono le forze turche
Attualmente i militari turchi sono impegnati in una serie di operazioni sia in Siria che in Iraq, e si stanno concentrando in modo particolare proprio su quelle zone che sono considerate i simboli del potere del sedicente Califfato per fiaccare il morale degli islamisti e costringerli alla resa.
Un grosso contingente di forze speciali turche si trova a poco meno di una trentina di chilometri dalla martoriata città di Aleppo e sta operando in modo mirato per sconfiggere le ultime sacche di resistenza degli islamisti che ancora impediscono la riconquista totale di quella che prima della guerra era la città più ricca della Siria.
La questione curda
Non bisogna mai dimenticare che Erdogan ha molti interessi in Siria e che una eventuale disgregazione del Paese mediorientale significherebbe agevolare la nascita di uno Stato curdo autonomo, cosa che il governo turco vuole evitare a tutti i costi.
Una Siria unita e in pace che metta fine alle ambizioni della minoranza curda di potere finalmente creare una nuova entità statuale autonoma che riunisca tutti è forse lo scopo principale che ha portato alla grande accelerazione delle operazioni militari turche contro lo Stato islamico.