In Turchia è iniziato l'iter parlamentare per trasformare il paese anatolico in una repubblica presidenziale, sullo stesso modello del sistema francese. Dunque è questa la nuova mossa del sultano di Ankara Erdogan, volta ad ampliare lo spettro dei poteri nelle sue mani. Infatti la Turchia, al giorno d'oggi, è una repubblica parlamentare, così come l'Italia per esempio.

I contenuti della riforma

Il percorso legislativo è iniziato il 9 gennaio scorso al Tbmm, il parlamento anatolico. Sono diversi gli articoli che i deputati turchi si apprestano ad approvare.

Tra questi, quello che ha creato maggiori polemiche è l'art. 5, che limita fortemente i poteri del Parlamento nella nomina dei ministri.

La mossa politica di Erdogan si colloca nel solco dell'ultimo periodo di accentramento di poteri a seguito del tentato golpe della scorsa estate, dove i militari hanno cercato di spodestare il presidente turco, divenuto per certi versi "scomodo" in relazione alle misure politiche intraprese. Primo fra tutti, come molti sanno, il cambiamento in politica estera ed il conseguente avvicinamento alla Russia di Vladimir Putin.

Inoltre, la situazione politica interna in Turchia è tutt'altro che pacificata: il partito Hdp, che rappresenta gli interessi della minoranza curda, è da mesi sotto attacco da parte delle forze di polizia governative.

Inoltre, l'Akp, il partito islamista di Erdogan, soffre di una sorta di "ricatto" politico ad opera dei nazionalisti, altra forza politica senza il cui appoggio il sultano di Ankara non potrebbe ottenere la tanto agognata svolta presidenzialista.

Un paese destabilizzato

Il paese anatolico, fra le altre cose, è stato presi di mira da numerosi attentati ad opera presumibilmente di militanti dell'Isis, che hanno deciso di attaccare varie volte il paese turco a causa del cambio di strategia nel teatro siriano.

Da un appoggio deciso alle formazioni anti-Assad, infatti, Erdogan è passato ad una sostanziale accettazione delle politiche russe, che mirano a mantenere in piedi il presidente siriano. Un voltafaccia che gli islamisti, evidentemente, non hanno ben gradito.