Operazione 'sarti subito': si chiamano Ebest Makallo e Babukar Ndow, sono due migranti provenienti dal Gambia e cuciranno i vestitini per le prime comunioni che si terranno a fine primavera nelle due parrocchie pistoiesi di Ramini e Vicofaro.
Porte della chiesa aperte ai profughi musulmani
I due sono originari di un villaggio molto povero del Ghana. Metteranno la loro esperienza e manualità a disposizione delle parrocchie, dal momento che nei loro villaggi d'origine confezionavano abiti per i loro compaesani. Si metteranno all'opera già da questa settimana per realizzare le tuniche che abitualmente vengono utilizzate per i bambini che fanno le prime comunioni.
Cominceranno dall'operazione che ogni sarto compie per prima: prendere le misure a tutti i bambini che frequentano il catechismo. "In Gambia come nel Senegal, molti uomini lavorano come sarti per mantenere la famiglia - dice don Massimo Biancalani - per questo abbiamo deciso di usare la loro manualità. Si tratta di un servizio utile alla comunità".
Il dialogo tra religioni
Il lato più 'miracoloso' di questa esperienza è che i sarti cuciranno non solo le tuniche per le comunioni, ma anche il dialogo. Ci crede fermamente don Massimo Biancalani, impegnato nel dialogo interreligioso tanto più dopo la scelta di aprire le porte della chiesa a profughi e rifugiati musulmani: i due sarti infatti vivono nei locali della parrocchia.
Intanto cuciranno, e anche molto bene, le tuniche da comunione: il parroco li ha messi alla prova e ha verificato che sono molto bravi. Il passo successivo è stato allestire un piccolo laboratorio di sartoria. Hanno fatto riparazioni per i loro abiti e quelli dei parrocchiani e da quel momento è venuta l'idea di fare confezionare proprio a loro gli abitini per le comunioni. "Mi sembra un bel messaggio, in linea con il Vangelo e con ciò che vogliamo trasmettere ai ragazzi - dice don Massimo - un messaggio di solidarietà e di collaborazione tra persone che pur con fedi diverse, possono camminare insieme, in pace".
Un segnale di pace, gioia e speranza così bello: un messaggio sicuramente da diffondere in altre Parrocchie.
Con il ricavato del loro lavoro, don Massimo vorrebbe realizzare "un progetto benefico per la loro terra d'origine dove le persone sono sempre più povere e in sofferenza". Don Massimo ha dedicato ai suoi due sarti di fiducia un post sulla sua pagina Facebook.