E' stato firmato pochi giorni fa dal 45o Presidente degli Stati Uniti Donald Trump l'ordine esecutivo per dare il via alla costruzione del muro che dividerà nettamente l'America e il Sud-America. Una divisione che già è presente con le tante problematiche che hanno i paesi sud-americani: dal modello economico estrattivista, le operazioni sempre maggiori di asportare risorse naturali, all'invasione di multinazionali, ad un'arretratezza economico-sociale. Un'approfondita ricerca dell'Unicef e Cepal (Istituto di ricerca su la povertà infantile) rivela come il mondo latino-americano soffra condizioni di miseria allarmanti.
Circa 80 milioni di adolescenti vivono sotto la soglia della povertà, senza diritto alla studio, accesso all'acqua potabile, e dimorano in abitazioni non dignitose.
" Una grande giornata per la sicurezza nazionale costruiremo il muro!" ribadisce Trump in un tweet all'indomani della firma esecutiva. Un muro che in realtà già esiste. L'opera fu iniziata nel 1994 sotto la presidenza di Bill Clinton. Si vuole semplicemente estendere questa barriera per altri 3200 km.
Le preoccupazioni del Vaticano e le restrizioni per gli immigrati
Dal Vaticano giungono preoccupazioni e contestazioni per le decisioni di Trump, per "il segnale che si dà al mondo" afferma il cardinale Peter Turkson e prosegue "la Santa Sede è preoccupata perché non riguarda solo la situazione con il Messico, non sono solo gli Usa che vogliono costruire muri contro i migranti, accade anche in Europa.
Mi auguro che non seguono il suo esempio. Un presidente può anche costruire un muro, ma può arrivare un altro presidente che lo abbatterà."
Il muro lungo il confine Stati-Uniti e Messico è accompagnato anche da un giro di restrizioni sulla Politica migratoria. Maggiore controllo dei permessi di soggiorno. Chiusura di programmi di accoglienza per i rifugiati.
L'alt agli ingressi di profughi dal Medio Oriente tra cui i profughi siriani. Infatti il Presidente americano ha firmato anche ordini esecutivi che sospendono temporaneamente i visti dei cittadini di provenienza islamica e africana. Questi i paesi coinvolti: Iraq, Iran, Libia, Somalia, Siria, Sudan e Yemen.
Tra le conseguenze di queste decisioni, c'è l'incontro annullato tra Donald Trump e Pena Nieto che ribadisce " il Messico non crede nei muri e non pagherà nessun muro." Il vescovo messicano della diocesi di Santillo, Mon.Raul Vera Lopez ritiene " una pazzia il muro tra Stati Uniti e Messico che non fermerà la migrazione forzata."
E sui social parte la campagna per boicottare i prodotti americani.
Mentre trenta stazioni radio messicane si sono unite diffondendo canzoni di protesta contro Trump. Sono partiti anche gli appelli da Malala Yousafzai premio Nobel per pace al fondatore di Facebook Mark Zuckerberg per una politica che al contrario accolga immigrati e rifugiati.